I vulcani e il clima terrestre: la CO2 nell'era del global warming
I vulcani sono parte integrante del sistema climatico. Le eruzioni vulcaniche possono rilasciare grandi quantità di gas, tra cui anidride solforosa oltre ad aerosol vulcanici; questi poi possono raggiungere la stratosfera. Il biossido di zolfo, reagendo con l'acqua nell'atmosfera, forma particelle di aerosol di solfato; queste riflettono la luce solare generando un raffreddamento della superficie terrestre.
Questi raffreddamenti sono temporanei, dell'ordine di qualche anno, dal momento che gli aerosol vengono rimossi dall'atmosfera. L'eruzione del Monte Tambora nel 1815 produsse abbastanza cenere e aerosol da 'spegnere' l'estate sia in Europa che nel Nord America l'anno successivo. Sul lungo periodo invece, rilasciando anidride carbonica, i vulcani possano contribuire ulteriormente al riscaldamento del pianeta. Alcuni studi suggeriscono una possibile correlazione tra attività solare e aumento della attività vulcanica ma, al netto della statistica, questa connessione non è stata compresa completamente o accettata dalla comunità scientifica.
La quantità di CO2 che viene rilasciata dai vulcani è di gran lunga inferiore a quella prodotta dalle attività umane. È importante precisare che la forzante antropica è la principale responsabile del recente aumento delle concentrazioni di gas serra e del conseguente trend riscaldamento globale, in particolare per quanto concerne l'emissione di gas come anidride carbonica (CO2), metano (CH4) e ossidi di azoto (NOx) derivanti dalla combustione di combustibili fossili, deforestazione e altre attività industriali. La quantità di anidride carbonica emessa dalle attività umane ogni anno è di circa 60 volte rispetto a quella dei vulcani. Dall'inizio della rivoluzione industriale, più di 2.000 miliardi di tonnellate di anidride carbonica sono state aggiunte all'atmosfera proprio dall'attività antropica.
