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21 agosto 2023
ore 10:42
di Emanuele Bompan
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4 minuti, 43 secondi
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Immersioni, anch'esse possono essere sostenibili
Immersioni, anch'esse possono essere sostenibili

Il mondo sottomarino è sempre più a rischio a causa dei cambiamenti climatici e della perdita di biodiversità. Basti ricordare che la temperatura superficiale media degli oceani del mondo ha raggiunto a luglio il livello più alto mai raggiunto, toccando i 20,96°C, secondo il Copernicus Climate Change Service. Temperature elevate mettono a repentaglio la fauna e flora marina, già fortemente impattate dalla pesca commerciale, dall'inquinamento da plastica e dallo sfruttamento turistico delle coste.

Chi fa immersioni è testimone delle trasformazioni che i mari stanno vivendo: con poche eccezioni molte barriere coralline hanno subito impatti importanti, in particolare a causa dello sbiancamento dei coralli legata alle temperature fuori scala e alla pesca indiscriminata. Ma anche chi fa immersioni ha un impatto: per questo bisogna fare attenzione a come si approccia l'ambiente marino, scegliendo destinazioni che si adoperano per ripristinare e conservare i reef invece che promuovere un turismo marino selvaggio. I sub, affermano molti conservazionisti, possono avere un effetto estremamente positivo sull'ecologia marina, favorendo un turismo eco-consapevole, spingendo resort e comunità a tutelare la biodiversità e lavorando attivamente per piantare nuove barriere coralline.

Non fare danni - Il primo accorgimento è quello di non fare danni. I subacquei responsabili non raccolgono conchiglie, sassi o altro (fanno eccezione i rifiuti!). Anche il più piccolo cambiamento, infatti, può avere un impatto enorme. E come per chi fa trekking non lasciate nessuna traccia: oggetti, retini, fazzoletti, pesi, scarti organici. Se lo porti in mare poi tiralo fuori, è il motto del sub eco-cosciente. Se siete in un luogo dove siete autorizzati a fare pesca subacquea limitatevi a cacciare le specie consentite, nei periodi dell'anno idonei. Cercate di catturare solo pesci che non sono minacciati dalla pesca eccessiva, favorendo individui di grandi dimensioni che probabilmente si sono già riprodotti. Considerate se sostituire la pesca con i safari sottacqua: armati di Go Pro o fotocamere subacquee, "catturate" le vostre prede in formato digitale, in alta risoluzione. Gli amici apprezzeranno lo stesso, o anche di più.

Immergiti con attenzione - Una delle cause principali dell'impatto dei sub sui siti di immersione è la mancanza di esperienza. Uno scarso controllo dell'assetto, una tecnica di pinnaggio impropria, l'errata calibrazione dei pesi e cattive abitudini generali, come sedersi sul fondale, sono generalmente segni di mancanza di esperienza e potrebbero essere evitati facendo più di immersioni, magari iniziando in spiagge sabbiose, piscine controllate per immersioni - come la Y-40 a Padova, una delle più profonde al mondo -o aree non protette. Oppure seguendo con più attenzione i consigli del dive-master. Attenzione anche a quello che avete sulla pelle: se vi immergente con mute estive non applicate creme solari o altri prodotti cosmetici prima di tuffarvi, potrebbero essere molto dannose per le specie marine.

Scegliere il giusto i tour operator - Quando ti immergi, all'estero o localmente, meglio optare per un operatore subacqueo che abbia procedure sostenibili, con divemaster che hanno fatto studi di biologia marina o ecologia. Cerca sempre operatori che supportino organizzazioni ambientaliste marine locali o globali, chiedi loro informazioni sulle politiche per l'ancoraggio (lasciare cadere un'ancora con noncuranza può causare molti danni, specialmente sulle barriere coralline), valuta se fanno regolarmente operazioni di pulizia dei fondali o ripristino degli ecosistemi e se adottano politiche ambientali per le proprie operazioni (barche elettriche, energie rinnovabili per il dive center, riuso dell'acqua per i lavaggi attrezzatura, ecc).

Il giusto dive spot - Scegliere destinazioni che hanno politiche di tutela marina è fondamentale. Una di queste destinazioni sono le Bahamas che hanno la terza barriera corallina più grande del mondo, innumerevoli doline marine, immense praterie di posidonia e rigogliose barriere coralline, grazie a rigorose politiche di tutela dei mari che hanno dato vita a varie aree protette. Numerose attività private come il Viva Fortuna Beach by Wyndham hanno creato, in collaborazione con il Reef Rescue Network di Nassau, delle nursery per far crescere nuovi coralli. La Polinesia francese ha lanciato il primo Coral Reef Protection plan, che mira dal 2022 a proteggere tutte le specie di corallo e ripristinare entro il 2030 tutti i suoi ecosistemi corallini, lavorando sia con gli operatori turistici, diver e comunità locali (in particolare i pescatori). Non un'iniziativa di marketing ma una vera legge applicata su tutto il territorio d'oltremare francese.

Ancora più radicale la decisione dello stato insulare Palau. Nel 2015 ha votato per istituire il Palau National Marine Sanctuary, una delle più grandi aree marine protette del mondo, raggiungendo la protezione dell'80% della sua zona economica esclusiva, vietando ogni forma di attività estrattiva, inclusa l'estrazione mineraria e tutti i tipi di pesca. Il risultato? In un paio di anni la fauna si è moltiplicata ripopolando i mari e lasciando estasiati coloro che si avventurano nel grande blu oceanico.

In Italia uno dei luoghi meglio protetti dove poter fare immersioni è Ustica, detta anche la Perla Nera del Mediterraneo per le sue scurissime rocce laviche. Qui vi è una delle prime e più importanti aree marine protette d'Europa, al cui interno si trovano fantastici siti d'immersione: lo Scoglio del medico, il Sicchitello, la Grotta dei gamberi e la Grotta da za' Lisa. Qua lontano dalle reti dei pescatori si possono incontrare banchi di barracuda, ricciole, tonni, cernie e dentici.


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