30 gennaio 2011
ore 13:00
di Francesco Nucera
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 Per tutti
Fiumi in piena in Calabria nell'alluvione del 1972-73. Immagine di repertorio
Fiumi in piena in Calabria nell'alluvione del 1972-73. Immagine di repertorio

Tra la fine del Dicembre 1972 e gli inizi di Gennaio 1973 un intenso evento alluvionale coinvolge la Calabria. Si registrano precipitazioni di notevole intensità sulla fascia ionica: alla fine cadranno all’incirca 1500 millimetri di pioggia, un valore che eguaglia il valore medio annuo rilevato nella zona. Innumerevoli crolli ed allagamenti, per non parlare delle frane che isolano parecchi comuni nella provincia di Reggio, obbligando i loro abitanti all’evacuazione.

La parte alta di Reggio Calabria viene invasa dalla piena del torrente Sant’Agata. Il numero delle interruzioni alle vie di comunicazioni è altissimo: impraticabile è infatti la statale 106, così come il tratto ferroviario Reggio Calabria – Catanzaro e parte dell’Autostrada del Sole. Del tutto impossibili, invece, i collegamenti fra i centri della costa, per frane, crolli e mareggiate che hanno asportato in più punti interi tratti di massicciata.

Vengono sgomberati i centri di Careri e Bovalino, mentre sinistrate risultano Marina di Gioiosa Jonica e Catanzaro Lido, invasa dalle acque del torrente Corace e da una mareggiata. Tutto l’entroterra è inoltre sconvolto da estesi fenomeni franosi, come dimostra l’evacuazione dei centri di San Luca e di Fabrizia. Complessivamente, l’ottanta per cento delle terre e delle infrastrutture dell’Aspromonte, della Sila sud occidentale, delle Serre, della piana di Gioia Tauro e del litorale jonico vengono completamente devastate. Concordemente a quanto segnalato da fonti governative, tra Sicilia e Calabria le vittime registrate saranno una ventina, cinquantamila saranno i senzatetto, le case inagibili o sventrate oltre diciassettemila. I danni saranno stimati superiori ai novecento miliardi.


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