15 febbraio 2024
ore 13:49
di Carlo Migliore
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 Per tutti

L'inverno 2023-2024 sarà da archiviare come uno degli inverni più miti (forse il più mite) non solo per l'Italia ma anche per l'Europa occidentale. Associato all'anomalo andamento delle temperature anche una più che anomala distribuzione delle precipitazioni, concentrate nei pochi eventi di rilievo che ci sono stati. E' proprio questo il problema principale legato al cambiamento climatico, non fa solo più caldo, piove anche in modo discontinuo con accumuli eccessivi concentrati in periodi di tempo molto brevi. La media non è un argomento pertinente da tirare in ballo in questo caso, la media ci può dire che in un mese o anche in un anno, una regione ha avuto precipitazioni normali ma se andiamo a guardare quando ci sono state scopriamo che la distribuzione della pioggia non è spalmata nel tempo ma concentrata

Ciò non è ovviamente di aiuto per l'agricoltura e anche per la ricarica delle falde acquifere che hanno bisogno di infiltrazioni lente e costanti nel semestre "freddo". A titolo di esempio possiamo prendere le piogge che sono cadute nell'ultima fase di maltempo. Tra le province di Savona e di Genova sono caduti dai 350 ai 400mm di pioggia in 2 giorni. Pensate che questa pioggia sia utile? Assolutamente no. I processi di infiltrazione dell'acqua nei terreni richiedono tempo soprattutto se prima della pioggia c'è stato un periodo asciutto. Purtroppo circa l'80% di quella pioggia è finita in mare. Parliamo poi della neve, una riserva naturale di acqua sotto forma di ghiaccio che dovrebbe garantire un lento rilascio nei terreni e nelle falde con l'avanzare della stagione primaverile. Zero neve in Appennino mentre sulle Alpi gli accumuli sono stati abbondanti ma spesso messi a dura prova dai repentini rialzi termici che hanno caratterizzato la stagione.

Fino a questo momento la situazione idrica in Italia vede particolarmente penalizzate le regioni del Sud, non tutte e quelle del medio Adriatico. Sono in condizioni di grave siccità la Sicilia, la Calabria ionica, la Sardegna orientale, la Puglia, la Basilicata orientale, il Molise, l'Abruzzo, le Marche meridionali. Condizioni siccitose ma non gravi interessano il resto del medio Adriatico, la dorsale appenninica compresa tra la Toscana e l'Emilia Romagna, Piemonte occidentale e settentrionale. Le condizioni più critiche nell'Ennese e nel Palermitano interno in Sicilia, nel Reggino come nel Crotonese in Calabria, il Leccese e le Murge baresi in Puglia, il Pescarese in Abruzzo. Su queste zone la carenza idrica sfiora livelli mai raggiunti prima in inverno. 

In Sicilia la siccità è così intensa da aver prosciugato quasi del tutto alcuni laghi, uno fra tutto il Fanaco nel Palermitano che si è ridotto a poco più che una pozzanghera rispetto allo stesso periodo dello scorso anno.


Non possiamo sapere cosa ci riserverà la primavera ma più si va verso il caldo stagionale meno saranno utili le eventuali precipitazioni che bagneranno le zone più secche con un ulteriore rischio, ovvero che piogge primaverili o estive troppo intense possano fare ulteriori danni causando alluvioni lampo


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