29 aprile 2023
ore 15:06
di Carlo Migliore
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 Per tutti

La grandine gigante è un fenomeno molto localizzato, strettamente correlato ai temporali e in particolare a un certo tipo di temporali chiamati temporali a supercella, quelli che poi sono in grado di produrre anche i devastanti tornado. La grandine si forma quando le gocce di pioggia che si trovano all'interno di una nube vengono trasportate verso l'alto dalle forti correnti ascensionali e attraversano la zona dello zero termico congelando. A quel punto il chicco neo formato può accrescersi accumulando umidità dall'aria circostante. Precipiterà solo quando il suo peso sarà in grado di vincere i forti venti verticali. Dunque più intense saranno le correnti ascensionali, più il chicco diventerà grande. Alcuni studi  della National Oceanic and Atmospheric Administration statunitense hanno dimostrato che basta una corrente ascensionale di 100km/h per produrre chicchi di grandine  grossi come palline da golf mentre per correnti fino a 125/130km/h le dimensioni del chicco possono superare quelle di una palla da baseball

Gli enormi chicchi di grandine caduti in Texas il 27 aprile scorso



Un altro fattore importante nell'accrescimento è naturalmente l'umidità dell'aria, più l'aria contiene vapore d'acqua più ci sarà materiale per costruire il chicco. Esistono delle zone del mondo dove il fenomeno della grandine gigante è più frequente e può assumere connotati disastrosi, le grandi pianure americane per esempio e la Gold Coast Australiana, ma in generale tutte le regioni del mondo dove si possono verificare condizioni di aria fresca e secca nell'atmosfera superiore e aria caldo umida negli strati inferiori sono a rischio. Secondo Julian Brimelow, specialista in scienze fisiche presso l'Environment and Climate Change del Canada il riscaldamento climatico globale influisce sensibilmente sulla formazione della grandine perché aria più calda può contenere più umidità ed aumentare i forti contrasti termici intensificando le correnti ascensionali all'interno dei cumulonembi. Sempre secondo Brimelow il riscaldamento climatico sta cambiando e cambierà anche la geografia della grandine, ad esempio un'area in cui la scarsa umidità è sempre stato un fattore limitante potrebbe diventare più umida e la frequenza delle grandinate aumentare.

Una combinazione di osservazioni dei cambiamenti già in atto e dei modelli climatici ha portato i ricercatori a concludere che le grandinate diventeranno più frequenti in Australia e in Europa quindi anche in Italia, mentre ci sarà una diminuzione in Asia orientale e Nord America. In tutti i casi  le grandinate diventeranno generalmente più intense ma con una differenza che per altro è stata già osservata in alcune regioni come la Francia e la Germania. Le grandinate di piccole dimensioni diminuiranno mentre aumenteranno quelle di grosse dimensioni


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