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8 giugno 2023
ore 13:13
di Carlo Migliore
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 Per tutti

Il bacino del Mediterraneo è una delle aree più vulnerabili della Terra agli effetti del cambiamento climatico. I tassi osservati di aumento della temperatura indicano che la regione si sta riscaldando del 20% più velocemente rispetto alla media globale, inducendo una tendenza verso condizioni più secche e cambiando i regimi di precipitazione. I dati storici documentano che le temperature medie annuali hanno seguito il modello globale per la maggior parte del 20° secolo. Dal 1980 circa, tuttavia, le temperature si sono bruscamente discostate e sono aumentate rispetto alla tendenza globale, con valori medi oggi di 1,4°C superiori rispetto alla fine del XIX secolo. Il forte aumento della temperatura espone il Mediterraneo a diversi pericoli che colpiscono gli ecosistemi, la salute e la sicurezza umana, come ondate di calore, siccità e incendi. Insieme a tali eventi, anche la frequenza e l'intensità dei pericoli legati alle tempeste possono essere amplificate intorno al Mediterraneo in un clima di riscaldamento. La grandine è una meteora di grande interesse a causa della sua natura pericolosa e distruttiva, specialmente quando raggiunge dimensioni elevate.

Uno studio portato avanti da una collaborazione tra CNR e ISAC ha esaminato la distribuzione degli eventi di grandine su tutta l'area mediterraneo attraverso l'analisi delle osservazioni dei sensori a microonde ad alta frequenza acquisite dai satelliti GPM-C in orbita tra il 1999 e il 2021Considerando solo gli eventi più gravi, ovvero quelli con chicchi di diametro grande (da 2 a 10 centimetri) o super grande (> 10 centimetro) emerge un dato interessante. L'analisi ha mostrato che parti dell'Europa meridionale, in particolare l'Italia e l'Europa centrale hanno subito i peggiori eventi di grandine gravi durante questo periodo e che i tempi di picco per questi eventi variano leggermente a seconda della sotto regione, delineando una loro stagionalità più ampia. 

Un'analisi più approfondita del nostro settore mostra una maggiore concentrazione di eventi ai due capi della Penisola, sulle regioni settentrionali e quelle meridionali.

Un ruolo fondamentale sulle regioni del Nord ce l'ha la posizione della pianura Padana rispetto alle zone Alpine con convezione doppiamente forzata, sia dal riscaldamento della pianura che dai rilievi. Al Sud entra invece in gioco soprattutto l'interazione con l'aria caldo umida superficiale del bacino del Mediterraneo.


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