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28 gennaio 2024
ore 12:32
di Carlo Migliore
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2 minuti, 55 secondi
 Per tutti

IL PERMAFROST è uno strato di terreno permanentemente gelato (permanent frost condition), che si trova a qualche metro di profondità nelle zone sub polari, generalmente sopra al 60° parallelo e normalmente anche in alta montagna (soprattutto nella regione del Tibet). Il permafrost si è formato nell'ultima glaciazione che è terminata all'incirca 12-15mila anni fa e da allora non ha subito modifiche, conserva pertanto al suo interno una serie di elementi che sono stati caratteristici del clima del pianeta migliaia di anni fa e non solo. All'interno di questo spessore di terreno ghiacciato che può variare da pochi metri fino ad alcune centinaia di metri sono contenute anche notevoli quantità di composti organici sia vegetali che animali. Gli scienziati ritengono inoltre che all'interno del ghiaccio possano essere presenti virus e batteri fino ad oggi sconosciuti. Si calcola che il permafrost occupi all'incirca 1/5 delle terre emerse, 22 milioni di chilometro quadrati,  una superficie notevole e anche un volume immenso dato che in alcune regioni della Terra come l'Alaska il suo spessore può arrivare fino a oltre un chilometro.

IL PERMAFROST SI STA SCIOGLIENDO A CAUSA DEL RISCALDAMENTO GLOBALE - Tra i mesi di maggio e giugno del 2020 un'ondata di caldo eccezionale ha determinato lo scioglimento dello strato più superficiale di permafrost nella regione di Norisk in Siberia. Il terreno ha ceduto e causato il crollo di una cisterna colma di gasolio che si è sversato sul territorio causando il peggiore disastro ambientale della Russia della storia. Il 70% delle strutture nella regione artica è costruito sopra il permafrost e interessa almeno 4 milioni di persone. Ma il cedimento del sottosuolo a causa del riscaldamento globale è solo uno dei pericoli legati allo scioglimento del permafrost. 

Il secondo forse il più importante è la liberazione in atmosfera di enormi quantità di gas che si vengono a formare nel momento in cui, superato lo zero, inizia la decomposizione della materia organica in esso contenuta. Tra questo soprattutto il Metano, che è il più potente gas serra,  gli scienziati ritengono che oltre quello neo formato ne esista di pregresso immagazzinato in enormi quantità e che la sua liberazione nell'aria potrebbe accelerare irreversibilmente il cambiamento climatico. Nella regione della Siberia a volte l'esplosione di queste sacche di metano ha causato la formazione di enormi crateri, per fortuna senza gravi conseguenze, per il momento....

C'è poi il biossido di carbonio più noto come anidride carbonica.  Il solo permafrost artico contiene circa 1.700 miliardi di tonnellate di carbonio, inclusi metano e anidride carbonica. È circa 51 volte la quantità di carbonio rilasciata dal mondo come emissioni di combustibili fossili nel 2019. Immaginate le conseguenze climatiche se una tale quantità dovesse finire in atmosfera entro pochi anni. Ma non è solo questo a preoccupare gli scienziati. Cosa potrebbe nascondersi nel permafrost a livello microscopico? Non lo sappiamo ma sappiamo che il congelamento non uccide certi tipi di virus e batteri che potrebbero tornare attivi dopo migliaia di anni di quiescenza. Negli ultimi anni La comunità scientifica sta adoperando ogni risorsa disponibile, soprattutto le indagini satellitari con il programma Copernicus per capire cosa sta accadendo e cosa potrà accadere, consci che comprendere il problema sarà sicuramente un primo passo per cercare di risolverlo ma non sarà sicuramente una condizione sufficiente per farlo.


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