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9 giugno 2023
ore 13:00
di Francesco Nucera
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La Noaa dichiara che El Nino è arrivato
La Noaa dichiara che El Nino è arrivato


El Niño è ufficialmente tornato dopo una pausa di quattro anni tanto che la Noaa ha emesso un "El Nino Advisory" nel suo bollettino di aggiornamento; il fenomeno secondo questo avviso sarebbe dunque presente ed è previsto continuare. Si prevede che El Niño tenderà a rafforzarsi durante il corso dei prossimi mesi; la probabilità che diventi un evento forte è del 56% mentre quella di avere un evento moderato è circa l'84% al suo apice, ovvero tra autunno ed inverno nel nostro emisfero.

El Niño e La Niña sono due eventi climatici che hanno caratteristiche opposte.

 Prendono origine dalle variazioni di pressione e temperatura sull'Oceano Pacifico. Senza entrare nel merito della loro formazione possiamo dire che questi eventi sono uno dei meccanismi di scambio di calore tra oceano ed atmosfera. In pratica servono a 'regolare' il clima. El Niño è caratterizzato da un accumulo di acqua calda sul Pacifico centro orientale. La fase opposta è invece La Niña. Sono eventi ciclici che possono persistere rispettivamente per 9-12 mesi nella fase calda e per 1-3 anni nella fase fredda. 


Nel corso del mese di maggio le deboli condizioni di El Niño si sono rafforzate nel Pacifico equatoriale. L'anomalia termica più marcata in zona Enso deriva dalla regione 1+2, ovvero quella vicina ad Ecuador e Perù. Le temperature dell'acqua nella regione di Nino 3.4 si stanno avvicinando a +1°C al di sopra del normale. 

Regioni di sviluppo Enso
Regioni di sviluppo Enso

Nell'ultimo mese anche l'atmosfera presenta segni tipici de El Niño; la prova viene dall'indebolimento della circolazione di Walker sotto forma di alisei più deboli sul Pacifico occidentale ed un aumento della convezione e delle precipitazioni sul Pacifico equatoriale. Anche la convezione sull'Indonesia si è ridotta, un'altra caratteristica della circolazione di Walker più debole. Il sistema oceano-atmosfera accoppiato viene evidenziato dal SOI Index che mostra una deviazione standard di -1. Altro elemento è il momento atmosferico globale che mostra valori positivi.

El Niño ha ripercussioni sui pattern meteorologici aumentando in maniera significativa la possibilità di siccità, inondazioni e ondate di caldo estremo laddove il fenomeno incide maggiormente, ovvero nelle aree prossime al suo sviluppo. I Paesi del sud-est asiatico ad esempio potrebbero vedere significativi problemi durante gli eventi di El Niño, con India, Indonesia, Filippine e Australia che spesso subiscono scarse precipitazioni o siccità. Il fenomeno nei mesi di maggio-luglio può portare a un deficit di precipitazioni monsoniche tra Pakistan e India.

L'Australia ad esempio soffre maggiormente degli impatti sia de El Niño che de La Niña. Con La Niña l'Australia ha sofferto per le piogge eccezionali, in particolare sul settore orientale. Durante El Niño invece la situazione sarebbe molto diversa, con meno piogge del solito mentre aumenterebbe la probabilità di avere temperature più alte e anche un aumento del rischio di incendi, aggravati dai cambiamenti climatici. In California potrebbe piovere di più anche attraverso più umidi Atmospheric Rivers mentre in Atlantico ridurrebbe la possibilità dei cicloni a causa dell'aumento dello shear. Tuttavia questa condizione potrebbe essere quest'anno contrastata da un Atlantico eccezionalmente caldo. Sul Corno d'Africa i cambiamenti climatici, il riscaldamento dell'Oceano Indiano e La Niña hanno comportato quattro stagioni secche di fila e senza precedenti; El Niño provocherebbe invece siccità negli altopiani etiopi nei mesi di luglio-settembre e più precipitazioni durante la stagione delle piogge. 

Le implicazioni di El Niño sul contesto meteo-climatico in Europa non sono ancora chiare; c'è molta variabilità sul comparto euro atlantico e il segnale è influenzato da altri fattori che possono mascherare o diluire il fenomeno sul Pacifico.

C'è molta attenzione anche per la temperatura globale; un evento molto intenso (El Nino very Strong) potrebbe portare un nuovo record di temperatura globale nel 2024 dopo quello del 2016. C'è infatti molta attenzione su quanto intenso possa essere El Nino i cui effetti maggiori in tal contesto si verificano l'anno successivo al suo sviluppo. Gli anni caratterizzati da un fenomeno molto forte coincidono con un step climatico verso l'alto come nel 1982-83, 1997-98 e 2015-2016.


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