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16 febbraio 2020
ore 22:04
di Francesco Nucera
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 Per esperti

L'inverno è nella sua fase discendente ma fino a questo momento si è presentato scialbo e caratterizzato da un vortice polare forte a tutte le quote. Ha dominato una forte zonalità atlantica, L'aria gelida è rimasta dunque all'interno del vortice polare stesso che dunque si è presentato freddo e compatto. La caratteristica è la persistenza di un pattern dominato da indici AO e NAO positivi.

E' possibile che la fonte di predicibilità di questo inverno derivi dal comportamento che abbiamo osservato a cavallo tra l'autunno e l'inverno sull'oceano indiano. In particolare l'anomalia più importante è stato il forte IOD positivo (Indian Ocean dipole). Nonostante tale anomalia sia adesso rientrata la sua impronta a bassa frequenza non è sbiadita del tutto con una interferenza costruttiva anche a frequenze più alte. 

L'andamento tropicale può influenzare le condizioni meteo alle medie latitudini attraverso dei 'ponti'. Durante i mesi di dicembre e gennaio le vorticità potenziali mostrano una forte anomalia negativa sul settore centro occidentale (divergenza). Risultano ben evidenti il treno delle onde di Rossby che sono modulate dalla sorgente indiana.

Tale andamento è molto simile ai risultati sperimentali di Cassou e Fletcher il cui modello punta l'attenzione del ruolo dell'oceano indiano sul vortice polare invernale attraverso la disposizione delle anomalie di precipitazione.

Più larga è l'analisi di Badier secondo la quale le temperature dell'Oceano Indiano tropicale mostrano un forte riscaldamento dagli anni '50.  I risultati suggeriscono che la tendenza al riscaldamento nell'Oceano Indiano hanno un ruolo cruciale per la tendenza alla siccità del Sahel occidentale dagli anni '50 agli anni '90 e potrebbe anche aver contribuito al rafforzamento della NAO negli ultimi decenni.


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