20 febbraio 2023
ore 12:20
di Francesco Nucera
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 Per esperti


Continuano a riproporsi gli scenari di un cambio di circolazione dalla fine del mese di febbraio e soprattutto nel mese di marzo con un periodo dinamico e anche piovoso. Le variabili propense al cambiamento sarebbero la Madden Julian Oscillation e lo stratwarming, variabili che teoricamente aumentano le probabilità di un regime da NAO negativa. La NAO negativa aprirebbe la strada alle perturbazioni verso il Mediterraneo. Questi scenari però andranno verificati di volta in volta.

Il modello europeo Ecmwf mostra la tendenza a promontori atlantici sul finire della settimana 20-27 febbraio,  questa può ritenersi frutto della sola MJO.

La MJO è un'area di convezione tropicale che si sposta sui tropici e può influenzare i pattern meteorologici del Nord America e dell'Europa. Nelle fasi 'fredde' (superiori a 5) può migliorare le condizioni di blocco.

Ecmwf mostra un segnale più deciso solo nei cluster meno popolati ma questo può migliorare se la MJO aumenta di ampiezza come evidenzia il run di controllo di Ecmwf. Rimane tuttavia molta incertezza sulla effettiva discesa fredda

Nella settimana 27-6 marzo Ecmwf mostra un aumento della frequenza dei regimi sulla Scandinavia ma c'è molta incertezza sulla NAO e questa può essere collegata alla difficoltà dei massimi anticiclonici di spostarsi verso la Groenlandia. ECMWF presenta di per sè una una certa difficoltà nel passaggio da Blocking a NAO negativa.

In stratosfera è in corso un evento di intenso riscaldamento o stratwarming major con un'inversione dei venti a 10 hPa (venti zonali che scendono sotto 0 m/s) prevista intorno al 15 febbraio. Un periodo abbastanza prolungato di venti invertiti a 10 hpa appare molto probabile a 60N Vengono evidenziati due inversioni.

L'intenso riscaldamento stratosferico andrà a potenziare l'anticiclone sulle Aleutine, il vortice polare sarà così spostato verso l'Eurasia.

Un secondo warming viene simulato per la fine di febbraio. In questo caso GFS mostra in alcune previsioni lo split del vortice polare. Così mentre nel primo dislocamento la stratosfera ha poca importanza, nel secondo gli E-P flux potrebbero aiutare il segnale stratosferico ad abbassarsi verso la superficie

Tuttavia per il momento non c'è un segnale chiaro che questi venti orientali raggiungano la troposfera nella prima settimana di marzo per cui i cambiamenti da fine febbraio sono attribuibili a dinamiche perlopiù troposferiche. La propagazione verso il basso dell'inversione dei venti zonali e l'accoppiamento della stratosfera con la troposfera possono richiedere settimane ma gli impatti in superficie non sono a dire il vero garantiti. Un caso fu l'andamento stratosferico del marzo 2008.


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