26 ottobre 2023
ore 8:06
di Francesco Nucera
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Uragani a rapida intensificazione
Uragani a rapida intensificazione


Otis è un uragano di categoria 5 che ha colpito per la prima volta il Messico. E' il secondo uragano major che colpisce il Messico nel giro di qualche settimana, il precedente è stato Lidia di categoria 4. Questo è avvenuto mentre il Paese si aspettava 12 ore prima una tempesta tropicale. Sfruttando uno specchio di mare molto caldo (temperatura di 31°C, sopra media di +1°C rispetto alla media 1991-2020) per la sua intensificazione, Otis ha fatto landfall con venti a 265 km/h e con una pressione di 923 hPa. Sul Pacifico l'uragano Otis supera Patricia (241 km/h, 2015), Madeline (233 km/h, 1976) e Iniki (225 km/h, 1992). Due sono gli aspetti importanti di Otis: la sua rapida intensificazione e la scarsa previsione del fenomeno.

Rapida intensificazione. Otis appartiene a quel gruppo di uragani a rapida intensificazione dal momento che l'uragano è passato da tempesta tropicale ad uragano di categoria 5 in meno di 24 ore. Per rapida intensificazione si intende un aumento del vento di almeno 30 nodi in 24 ore. La rapida intensificazione è pericolosa dal momento che lascia poco tempo per prepararsi all'arrivo del ciclone. Otis ha avuto un salto di 90 nodi in 24 ore, superato nel Pacifico da Patricia con 105 nodi avvenuto al largo della costa nel 2015. Secondo recenti ricerche le rapide intensificazioni, caratteristiche comuni a diversi cicloni avvenuti negli ultimi anni, sono un modo in cui i cambiamenti climatici si manifestano negli uragani. I cicloni tropicali in Atlantico dal 2001 al 2020 hanno avuto il 29% di probabilità in più di intensificarsi rapidamente rispetto al periodo 1971-2000. Negli ultimi anni il doppio degli uragani sono passati da categoria 1 a categoria 3 o superiori in 36 ore. 

Debacle modelli numerici su intensità. Più rapidamente l'uragano si intensifica, più la previsione diventa difficile. Poiché il clima continua a riscaldarsi, gli uragani potrebbero intensificarsi più rapidamente appena prima di colpire la terra, rendendo più difficile la previsione degli uragani. Otis rappresenta inoltre un esempio eclatante ed estremo. La costa messicana era soggetta a sorveglianza per impatti uragani. Gran parte dei modelli numerici però mostrava come Otis sarebbe rimasto una tempesta tropicale con venti non superiori ai 60 nodi. C'è da dire che le previsioni sull'intensità degli uragani, compresa la rapida intensificazione, sono migliorate negli ultimi anni ma l'evento di Otis dimostra che ancora c'è da lavorare su questi tipi di fenomeni che hanno impatti anche catastrofici sulla terraferma. Del resto si tratta di casi in cui la popolazione può andare a dormire con un avviso di tempesta tropicale e venire svegliata, poche ore dopo, da un allarme per un imminente categoria 5.


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