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10 marzo 2022
ore 16:21
di Carlo Migliore
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ECCEZIONALE RITROVAMENTO - Protagonista di una delle tante spedizioni esplorative del continente antartico dell'inizio del secolo scorso, la Endurance comandata dall'inglese Ernest Shackleton giaceva addormentata sul letto sabbioso dell'oceano nel Mare di Weddel a ben 3000m di profondità. Non è stata trovata per caso, la sua ricerca è stata organizzata con una spedizione che ha preso il suo nome Endurance22 che ha dato la notizia ufficiale del rinvenimento proprio nella giornata del 9 marzo. Sono stati i fari dei droni sottomarini, gli unici in grado di raggiungere quelle profondità a rompere il buio spettrale che la avvolgeva da 107 anni e a inviarci le prime immagini video.

107 ANNI E NON SENTIRLI - Nonostante l'età e l'incidente che ne ha causato l'affondamento, la nave interamente di legno, si è mantenuta in uno stato di conservazione eccellente, probabilmente anche a causa degli scarsi organismi marini che vivono a quelle profondità e avrebbero potuto intaccarne lo  scafo. L'albero è caduto ma la chiglia appare perfettamente integra. A poppa si può leggere a chiare lettere "Endurance".

UNA LEGGENDA NONOSTANTE IL FALLIMENTO DELLA MISSIONE - L'obiettivo iniziale della missione partita nel 1914 e capitanata dal giovane Ernest Shackleton era quello di condurre un gruppo di esploratori sul continente antartico, uomini che poi con il solo ausilio di slitte e cani, avrebbero dovuto attraversarlo percorrendo quasi 3000km. Ma nessuno riuscì mai a raggiungere il continente, a sole 80 miglia dalla terra ferma, l'Endurance, sorpresa dal gelo, rimase intrappolata nei ghiacci del mare di Weddell e per dieci mesi venne trascinata verso nordovest alla deriva nel pack. Il 21 novembre del 1915 la nave, non resistendo più alla costante pressione della banchisa, dopo 281 giorni dall'incagliamento sprofondò nel ghiaccio, inabissandosi nei pressi del 70° parallelo di latitudine Sud e costringendo Shackleton e il suo equipaggio a un'incredibile lotta per la sopravvivenza in uno dei luoghi più inospitali della terra. Nonostante le avversità il capitano Shackelton riuscì a navigare su tre scialuppe di salvataggio per 1600km e salvare tutto il suo equipaggio, una storia eroica che ha ispirato libri e film.


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