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26 gennaio 2020
ore 12:35
di Carlo Migliore
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Soccorritori all'opera per salvare il maggior numero di dispersi. Fonte: Skytg24
Soccorritori all'opera per salvare il maggior numero di dispersi. Fonte: Skytg24

AGGIORNAMENTO 26 GENNAIO - Sale a 31 morti e 1.607 feriti il bilancio del violento terremoto che ha colpito la provincia orientale turca di Elazig. Lo riferisce la protezione civile di Ankara, mentre i soccorritori continuano a scavare tra le macerie alla ricerca di eventuali sopravvissuti. Al momento sono 45 le persone estratte vive. Secondo le analisi dell'Ingv, l'origine della scossa è da ricercare nella spinta della placca arabica verso Nord. Secondo la sismologa Aybige Akinci il terremoto è stato causato dallo slittamento di un faglia chiamata Est Anatolia: è una faglia trascorrente molto nota e molto attiva, che si estende per circa 500 chilometri nella zona orientale del Paese. Questa faglia si muove al ritmo di 10 millimetri l'anno, è una delle due faglie importanti attive nel Paese; l'altra è la Nord Anatolia, che si estende per ben 1.500 chilometri, attraversando tutta la Turchia da Est a Ovest e con un movimento trascorrente più veloce, al ritmo di 20 millimetri l'anno.  In generale, ha proseguito l'esperta, "sappiamo che la Turchia è una zona altamente sismica". Basti pensare che il catalogo strumentale dei terremoti ha registrato dal 1900 a oggi oltre 300 sismi di magnitudo maggiore di 4, con eventi anche superiori al magnitudo 7.0. Appena 20 anni fa nell'agosto del 1999 un terremoto di magnitudo 7,6 colpì la città occidentale di Izmit, 90 chilometri a sud-est di Istanbul: i morti furono 17mila, circa 500mila le persone rimaste senza casa.

Numerose le abitazioni danneggiate. Fonte: Skytg24
Numerose le abitazioni danneggiate. Fonte: Skytg24

Alle 18.55 ora italiana di venerdì 24 gennaio un violento terremoto classificato con una magnitudo 6.8 sulla scala Richter (leggermente inferiore al sisma che colpì l'Irpinia il 23 novembre del 1980, magnitudo 6.9) ha colpito la Turchia meridionale nella regione montagnosa di Doganiol, il sisma ha avuto una profondità ipocentrale di 10km, per questo motivo è stato particolarmente energetico in superficie. La città più vicina Malatya a una settantina di chilometri dall'epicentro è stata disastrata, moltissime abitazioni anche palazzi di diversi piani sono crollate e centinaia sono rimasti danneggiati. 

Davvero terribili le immagini catturate dalle videocamere e in particolare da questa videocamera di sorveglianza che ha ripreso l'esatto momento della scossa a cui segue un black out e poi una nube di polvere che arriva probabilmente dal crollo di un palazzo li vicino. Guardate anche come oscilla il Pulmann e come alcune persone scese in strada perdano l'equilibrio per il movimento del suolo.

La lunga tremenda scossa ha fatto il giro del pianeta ed è stata registrata anche da tutti i sismografi europei compreso quelli italiani dove il sussulto è arrivato con circa 4 minuti di ritardo rispetto all'evento, significa che l'energia sismica ha compiuto circa 2000km in 4 minuti propagandosi in superficie con una velocità media di circa 8-9 chilometri al secondo

L'onda sismica è arrivata in Italia 4 minuti dopo alle 18.59
L'onda sismica è arrivata in Italia 4 minuti dopo alle 18.59

Questa relativa velocità di propagazione delle onde sismiche sulla superficie (3-4km/s) è alla base di un sistema di allerta che si sta mettendo a punto negli ultimi anni. Prevedere un terremoto non è ancora possibile ma in caso di forte terremoto è possibile mandare un segnale di allerta istantaneo a tutte le zone vicine all'epicentro. Si pensi per esempio alla città di Malatya distante circa 70km dall'epicentro, con una velocità dell'onda sismica diciamo di 4km/s il segnale di allerta sarebbe potuto arrivare in città 17 secondi prima dell'arrivo del sisma. Potrebbero sembrare pochi ma in talune circostanze 17 secondi potrebbero fare la differenza tra la vita e la morte, uscire per esempio in strada da una casa al primo piano o da un negozio.


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