NUBI NOTTILUCENTI un raro fenomeno osservato in Italia per la prima volta il 2 Luglio 2017
La prima foto storica scattata dall'Italia nell'osservatorio astronomico di Varese.
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Probabilmente non ne avrete mai sentito parlare e la possibilità che ne vediate alcune è ancor più remota, le nubi nottilucenti (noctilucent cluods) dette anche nubi mesosferiche sono un fenomeno molto raro, della durata di pochi giorni che si verifica generalmente attorno al solstizio d'estate ad un altezza variabile tra i 75 e gli 85 km, quindi ben al di sopra della troposfera (10-15km), il luogo dell'atmosfera in cui si verificano tutti i fenomeni meteorologici. Si avvistano durante i crepuscoli o in piena notte, generalmente ad una latitudine compresa tra i 50° ed i 70° Nord, quindi dalle alte latitudini fino al circolo polare artico.
Furono avvistate per la prima volta nel 1885 un paio di anni dopo l'eruzione del Krakatoa e per la loro costituzione fu ipotizzata proprio la cenere vulcanica ma oggi si sa che sono composte prevalentemente da aghi di ghiaccio ad una temperatura bassissima che va dai -70 ai -100°c. La loro genesi è ancora molto dibattuta poiché alle altitudini in cui si formano l'aria è estremamente secca e priva di nuclei di condensazione, è possibile però che questi nuclei siano costituiti da polvere meteorica, materiale proveniente dai meteoriti.
Come mai si vedono quando è buio? Questo accade perché i raggi del sole dietro l'orizzonte riescono a raggiungere ancora le quote più elevate della mesosfera dove si trovano queste nubi, mentre l'osservatore si trova già immerso nel buio della notte.
Le nubi nottilucenti sono state osservate per la prima volta in Italia due anni fa esattamente il giorno 2 Luglio 2017 alle ore 01.49 del mattino nell'osservatorio astronomico di Varese. Un evento doppiamente raro perché alle nostre latitudini difficilmente risultano visibili. Si ritiene che il fenomeno sia in aumento in questi ultimi anni, uno dei motivi di questo aumento potrebbero essere proprio i mutamenti climatici ma si ritiene anche che i minimi solari particolarmente duraturi, come quello di quest'anno possano contribuire.