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24 giugno 2022
ore 16:56
di Alessandro Conigliaro
tempo di lettura
2 minuti, 1 secondo
 Per tutti
Foto di Benjamin L. Jones
Foto di Benjamin L. Jones

A chiunque sarà capitato di ritrovarsi al mare e notare degli ammassi di colore verdastro o bruno depositati sul fondale o di passeggiare tra la spiaggia e la battigia su un tappeto di foglie secche e spesso maleodoranti. Stiamo parlando della Posidonia o scientificamente conosciuta come Posidonia oceanica, appartenente alla famiglia delle Posidoniacee. Viene comunemente scambiata per un'alga, ma in realtà è una pianta acquatica e vive prevalentemente nel Mediterraneo e in una piccola parte delle coste dell'Australia. Ha delle caratteristiche simili alle piante terrestri, con delle radici che le permettono di ancorarsi al substrato sabbioso. Sono costituite da un fusto rizomatoso e foglie nastriformi, riunite in ciuffi di 6 o 7. Possono raggiungere lunghezze fino a 1-1,5 metri, formando delle vere e proprie praterie sottomarine. Il periodo di fioritura della Posidonia si concentra tra autunno e primavera, producendo dei frutti (simili a delle olive) galleggianti che alla loro apertura rilasciano un seme che una volta depositatosi sul fondale, dà vita ad una nuova pianta. 

La posidonia svolge un ruolo di rilevante importanza nell'ecologia marina per diversi aspetti:

- è in grado di produrre fino a 20 litri di ossigeno al giorno per ogni metro quadrato di prateria e di catturare grandi quantità di CO2;

- offre riparo e cibo per molti pesci;

- produce biomassa;

- le radici fissate al substrato permettono di consolidare il fondale e ridurre gli effetti dell'erosione marina della costa e contrastare il fenomeno del ripascimento naturale ad opera del moto ondoso, soprattutto durante il periodo invernale.

Tuttavia, recenti studi hanno mostrato che negli ultimi anni la Posidonia è in progressiva diminuzione nel nostro bacino per diverse cause:

- inquinamento, essendo un buon bioindicatore. Infatti, vive solamente in specchi d'acqua molto puliti;

- pesca a strascico e nautica da diporto;

-antropizzazione delle zone costiere, come ripascimenti artificiali e costruzione di sistemi fognari.

Uno degli errori che viene comunemente commesso dai gestori degli stabilimenti balneari è la rimozione del fogliame morto che spesso si ritrova sulla costa per rendere lo specchio d'acqua antistante la costa pulito ed accessibile ai bagnati. Questo contribuisce negativamente a ridurre la quantità di posidonia sulle nostre coste aumentando i processi di erosione e soprattutto riducendo gli spazi abitati da molti pesci e biomasse.


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