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15 novembre 2012
ore 7:45
di Manuel Mazzoleni
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Satelliti a rischio?
Satelliti a rischio?
L'anidride carbonica non contenta di aver mutato il clima sul nostro Pianeta ora tenta di influenzare anche quanto avviene fuori della nostra atmosfera, minacciando addirittura la sopravvivenza dei nostri satelliti artificiali. E' quanto emerge da un recente studio effettuato dai ricercatori del Naval Research Laboratory di Washington e comparso di recente su Nature Geoscience.

Secondo lo studio gli alti livelli di contrazione di Co2 starebbero causando un raffreddamento degli strati superiori dell'atmosfera che porta a una minore "resistenza" offerta ai satelliti e ai cosiddetti "rifiuti" spaziali.  

Le molecole di anidride carbonica che raggiungono un'altezza di oltre 50 chilometri vengono infatti colpite da atomi di ossigeno e queste collisioni generano calore. La densità dello strato di anidride carbonica a quell'altezza è però troppo bassa e quindi il calore non viene ricatturato ma finisce per disperdersi, causando un raffreddamento che fa sì che gli strati superiori dell'atmosfera esercitino meno resistenza nei confronti dei satelliti. Questo effetto può portare a conseguenze disastrose: per esempio, un'attività solare più intensa del previsto riscaldò questi strati, incrementando la resistenza atmosferica del satellite Skylab e provocandone la caduta sulla Terra nel luglio del 1979.  

Gli scienziati, usando l'Atmospheric Chemistry Experiment Fourier Transform Spectrometer a bordo del satellite Canadian SCISAT-1 hanno scoperto che negli ultimi 10 anni si è verificato un incremento di circa 23,5 parti per milione (ppm) di ossidi di carbonio a un'altitudine di 100 chilometri, un aumento 10 ppm più veloce rispetto alle stime dei modelli previsionali sviluppati per l'alta atmosfera. Secondo John Emmert abbiamo bisogno di modelli che descrivano in modo più sofisticato l'intera atmosfera, per affrontare i futuri lanci di oggetti nello spazio. Quelli attuali infatti presuppongono la presenza di circa 2700 tonnellate di carbonio, mentre in realtà supererebbero le 20mila tonnellate.

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