Tornado Milanese e Brianza: analisi e dinamica del fenomeno
tempo di lettura
1 minuto, 54 secondi
1 minuto, 54 secondi
Per tutti
Ma stiamo diventando sempre più soggetti al rischio di fenomeni di questo tipo come nelle grandi pianure americane o rimangono pur sempre fenomeni molto isolati? La pianura padana per la sua ridotta estensione non è favorevole allo sviluppo di frequenti tornado, e allora devono sussistere condizioni sinottiche e termodinamiche particolari come quelle verificatasi Lunedì 29 Luglio 2013 o il 7 Luglio 2001 (tornado di Concorezzo-Arcore).
Se analizziamo le mappe sinottiche in quota notiamo che l'ingresso del fronte è stato rapido ma ben strutturato, accompagnato da una curvatura delle correnti molto stretta e chiusa, una sorta di “gomito”, che ha esaltato l'avvezione di vorticità in Valpadana e la formazione di un profondo mesominimo. La provenienza delle correnti a 500 e 300 hPa era pienamente meridionale, situazione piuttosto rara in Estate.
Alle quote più basse il forte richiamo dai quadranti orientali ha caricato l'aria d'umidità sulla Lombardia occidentale, creando una linea di convergenza per l'innesco della convezione, che infatti si è organizzata in una squall line tra Piemonte orientale ed Ovest Lombardia. Da notare i valori elevatissimi di CAPE, fino a 4000 J/kg (sinonimo di una convezione potenzialmente esplosiva) e degli altri indici termodinamici, tra cui un Lift Index (LI) anche inferiorie a -10.
Se a ciò aggiungiamo la situazione dei giorni precedenti caratterizzata da condizioni di temperature e umidità estreme ed afa alla stelle, si capisce come il verificarsi di tali circostanze non sia per fortuna così frequente sulle pianure lombarde.
Una curiosità: il tornado più distruttivo si è sviluppato sull'unica cella isolata rispetto alla squall line del pomeriggio in cui si è organizzata la maggior parte del sistema temporalesco: le strutture a multicella non sono infatti favorevoli alla genesi di tornado, evenienza che ha probabilmente calmierato lo sviluppo di altri fenomeni vorticosi, che, al contrario, sarebbero "esplosi" in presenza di supercelle isolate.