8 giugno 2021
ore 9:39
di Manuel Mazzoleni
tempo di lettura
2 minuti, 0 secondi
 Per tutti

L'8 giugno si celebra in tutto il mondo la Giornata Mondiale degli Oceani, istituita per sensibilizzare la popolazione sull'importanza degli oceani nel nostro ecosistema.  Per l'occasione il WWF pone l'attenzione sulla gravità degli effetti prodotti dal cambiamento climatico a oceani e mari di tutto il mondo. Tra le conseguenze globali dell'aumento di CO2 in atmosfera c'è infatti un impatto diretto sugli oceani. I mari e gli oceani assorbono mille volte più calore dell'atmosfera e hanno trattenuto fino ad oggi il 90% dell'energia in più derivante dall'incremento dei gas serra dovuti all'azione umana. Un recente studio ha dimostrato che gli oceani e i mari assorbono circa il 30%  della CO2 che le attività umane emettono in atmosfera e questo provoca l'acidificazione degli oceani: dall'inizio dell'era industriale, l'acidità degli oceani è aumentata del 26%. Un aumento dell'acidità ha messo in ginocchio molti habitat naturali, soprattutto la barriera corallina che rischia di scomparire entro il 2050.

Recenti studi dimostrano che il pianeta ha già perso il 50% di questi preziosi ecosistemi corallini da cui dipende la vita di molte comunità e la ricchezza di biodiversità dei mari. Il tutto viene aggravato anche da un utilizzo eccessivo del mare e dall'incuranza dell'uomo. Tra gli impegni delle Nazioni Unite c'è infatti la lotta all'inquinamento da plastica, una delle principali minacce per mari e oceani. Si stima che ogni anno finiscono in acqua circa otto milioni di tonnellate di plastica. Questi rifiuti si rimpiccioliscono gradualmente e vengono assimilati di numerosi organismi marini entrando in circolo nella catena alimentare.

Secondo il presidente del WWF, i cambiamenti climatici non influenzeranno solo la vita dei mari e degli oceani, ma quella di milioni di persone che abitano le loro coste. La fisionomia stessa delle coste europee cambierà, con forti impatti non solo ambientali ma sociali ed economici. Se il mare fosse una nazione, sarebbe la settima più' importante economia al mondo: per questo, accanto all'applicazione veloce e rigorosa delle misure necessarie a raggiungere l'obiettivo di limitare il riscaldamento globale al massimo a 2°C, fissato nell'Accordo di Parigi, vanno parallelamente prese misure efficaci per fermare la distruzione degli stock ittici e per salvare la risorsa marina di cibo e lavoro per oltre 800 milioni di persone nel mondo.


Segui @3BMeteo su Twitter


Articoli correlati