Redazione 3BMeteo
30 aprile 2020
ore 20:10
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Un allevamento intensivo
Un allevamento intensivo

RISCALDAMENTO LA MAGGIOR FONTE DI RISCALDAMENTO. Secondo i dati dell'ISPRA, l'Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale, la più grande fonte di inquinamento atmosferico in Italia deriverebbe dal riscaldamento domestico ed aziendale con il 37%. La seconda fonte di inquinamento sarebbe rappresentata dagli allevamenti intensivi con il 17%, superiori quindi all'inquinamento prodotto dai trasporti stradali che si fermerebbe al 14%.

CONFORMAZIONE VAL PADANA FAVORISCE L'INQUINAMENTO. Particolarmente critica sarebbe la situazione inquinamento nelle regioni della Pianura Padana e soprattutto in Lombardia ed Emilia Romagna. Per due motivi. Innanzitutto per la conformazione orografica della Val Padana, simile a quella di un catino, chiusa a nord e a ovest dall'arco alpino, a sud dall'Appennino, con conseguente difficoltà di ricambio d'aria. Poi per la densità di popolazione, che causa un abbondante uso di sistemi di riscaldamento e di automobili, oltre alla presenza di un gran numero di allevamenti intensivi.

AMMONIACA DEI LIQUAMI DEGLI ALLEVAMENTI E' FONTE INQUINANTE. Il loro funzionamento richiede infatti un massiccio uso dell'ammoniaca, derivata dai liquami degli allevamenti, che liberata nell'atmosfera genera particolato fine, come PM10 e PM2.5. Secondo una rilevazione dell'Arpa Lombardia l'ammoniaca derivata dagli allevamenti intensivi 'concorre mediamente a un terzo del particolato della Regione, ma durante gli episodi acuti questo contributo aumenta superando il 50 per cento del totale'. Questi si verificano solitamente nei mesi di febbraio e marzo e tra ottobre e novembre, quando culmina l'attività di spandimento di liquami. Al contrario nei mesi di gennaio e dicembre, quando tale pratica è vietata, la concentrazione di inquinanti da allevamenti intensivi è minima.

ALTRI INQUINANTI. Dai dati elaborati dall'ISPRA si evincono le restanti fonti di inquinamento e seguono, come detto, i trasporti stradali con il 14%, l'industria con il 10%, trasporti non stradali con l'8%, altri settori come fuggitive, solventi, rifiuti con l'8%, agricoltura con il 4%, produzioni energetiche con il 3%.


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