Redazione 3BMeteo
30 marzo 2021
ore 8:16
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 Per tutti


Intorno all'orbita terrestre giacciono tonnellate di prodotti che sono ormai in disuso e che continuano a gravitare nella spazio: sono frammenti di apparati, resti di razzi usati nelle missioni spaziali, satelliti che hanno concluso la loro missione. Sono diventati così numerosi da indurre alcune società ad individuare un modo per recuperare quei rifiuti e distruggerli, obiettivo principale proprio della missione ELSA-D, di cui ci racconta MisterGadget.Tech.

Lo scorso sabato dal Kazakhistan è stata lanciata la missione spaziale che porta quel nome, il cui compito è quello di sperimentare nuove tecnologie in grado di catturare un dispositivo nell'orbita terrestre e spingerlo ad una quota dove dovrebbe bruciare nell'atmosfera. L'obiettivo è quello di verificare la bontà dell'idea e della sua applicazione, per capire se ci siano le condizioni per un servizio commerciale di questo tipo. Sono diverse le ragioni per cui la situazione attuale è  potenzialmente pericolosa, in primo luogo perché i detriti possono rappresentare ostacoli per future missioni spaziali e poi perché sono un rischio anche per gli astronauti della missione spaziale internazionale. Se questo progetto dovesse funzionare, potrebbe aprire la strada a future attività professionali di pulizia dello spazio, il cui scopo sarebbe quello di ridurre la quantità di immondizia spaziale. 

Il tema diventa ancora più rilevante ora che aumenta il numero dei satelliti utilizzati per le funzioni più disparate, dalle previsioni meteo alla diffusione di internet. I residui spaziali, alla deriva ma ad altissima velocità, possono costituire un serio pericolo per le attività nello spazio. La società che promuove questa attività si chiama Astroscale e spera di aprire un nuovo mercato, quello della pulizia dello spazio, per un problema che viene considerato tanto grave quanto la plastica negli oceani. Per prepararsi a questa attività, l'azienda ha lavorato per ben 8 anni: sono stati lanciati in orbita due apparati, che si separeranno nelle prossime settimane e poi si inseguiranno nello spazio, per testare la capacità di trovare il rifiuto spaziale e di spostarlo ad una quota nella quale possa essere bruciato dall'atmosfera.  L'operazione risulta tuttavia molto complessa e richiede grandissima precisione; verrà sfruttata anche per testare un componente che potrebbe essere aggiunto ai prossimi satelliti, per rendere il loro recupero più agevole quando il lavoro sarà finito. 

Durerà circa sei mesi, al termine dei quali i due satelliti saranno guidati fino all'atmosfera, dove bruceranno. Secondo diversi esperti del settore, trovare un modo per ripulire lo spazio è fondamentale per proseguire in sicurezza le missioni spaziali, ma anche per affrontare quel tema della sostenibilità che sta diventando sempre più urgente a tutti i livelli.


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