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28 settembre 2023
ore 23:51
di Carlo Migliore
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4 minuti, 41 secondi
 Per tutti

I FATTI - Da circa sei mesi nell'area flegrea i terremoti sono aumentati in numero e in intensità. Spesso si è trattato di sciami caratterizzati da dozzine di eventi di bassa energia di cui solo quelli più energetici con Magnitudo >2.0 avvertiti dalla popolazione, ma ci sono stati anche movimenti sismici importanti come quello di stanotte delle 3:35 di magnitudo 4.2 che ha causato alcuni danni negli edifici nella zona epicentrale. Nel solo mese di agosto la rete di rilevamento dell'Ingv ha registrato 1118 eventi sismici di cui almeno una trentina avvertiti dalla popolazione tra Pozzuoli e Napoli. Nel mese di settembre che non si è ancora concluso gli eventi avvertiti nell'area epicentrale sono stati una quarantina di cui 2 molto forti con una M 3.8 il 7 settembre e M 4.2 il 27 settembre. I parametri geochimici non hanno mostrato variazioni significative mentre la velocità di sollevamento del suolo sembra aver subito un'accelerazione nelle ultime settimane. 

LE IPOTESI - La complessità del sistema vulcanico flegreo non facilita un'interpretazione unanime delle dinamiche che lo interessano. Nel corso delle recenti crisi bradisismiche molti studi sono stati approfonditi ma ad oggi esistono ancora divergenze talora notevoli tra i ricercatori. Quello che viene riconosciuto un po' da tutti è la presenza di una sacca di magma semi cristallizzato ad una profondità compresa tra 4 e 4.5km. Magma che nella zona di Monte Nuovo, la più recente eruzione vulcanica della zona avvenuta tra la fine di settembre e l'inizio di ottobre dell'anno 1538, potrebbe essere leggermente meno profondo. Quello che avviene nella zona superiore di questa sacca magmatica e fino alla superficie è la causa del sollevamento del suolo ed è l'argomento più controverso. In linea di massima questo progressivo innalzamento viene imputato alla spinta dei gas riscaldati da questa massa ma non viene esclusa anche una spinta magmatica. Questa pressione esercitata sulle rocce le sottopone ad uno stress fino alla rottura, rottura che genera i terremoti. Terremoti molto superficiali che possono avvenire solo dove le rocce sono più "fredde" e quindi non oltre i 2/3km di profondità perché più in basso il forte calore indotto dal magma fa assumere alle rocce un comportamento più plastico e quindi queste rocce tendono a piegarsi e non a spaccarsi sotto la sollecitazione. I terremoti a scarsa profondità sono molto energetici in superficie ed ecco perché anche magnitudo apparentemente basse come 3/3.5 sono invece avvertite in modo forte dalla popolazione locale. Nella crisi bradisismica degli anni '82-'84 i sismi furono più di 15mila e la magnitudo massima raggiunta fu di 4.2 con danni notevoli all'abitato di Pozzuoli e lo sgombero pressoché totale del centro storico, soprattutto del Rione Terra che oggi è di proprietà del comune. Nella crisi 83-84 i ricercatori riconobbero i segnali di una parziale risalita del magma ma come sappiamo non vi fu alcuna eruzione e il sollevamento si arrestò improvvisamente assieme alla sismicità nel gennaio del 1985. Da quel momento il suolo iniziò a scendere e si abbassò di circa 90cm fino all'anno 2005 quando la tendenza si invertì nuovamente. Dal 2005 a oggi il suolo non ha mai smesso di sollevarsi recuperando quei 90cm e superando quella soglia ad oggi di circa 25cm. Dunque il sistema vulcanico flegreo si sta evolvendo: ma dove porterà quest'evoluzione, ad un nulla di fatto come nella recente crisi degli anni 80 o ad un'eruzione? 

LE AZIONI INTRAPRESE - Il piano di evacuazione e di intervento della protezione civile che lavora a stretto contatto con l'Ingv è stato organizzato sull'ipotesi di un evento eruttivo di piccola intensità con un raggio d'azione di qualche chilometro ed un preavviso (segnali premonitori da parte del vulcano) di circa 72 ore, 3 giorni. Qualcosa di simile a quanto avvenuto nel 1538 quando l'eruzione di Monte Nuovo non trovò nessuno ad attenderla perché gli abitanti erano già fuggiti tutti per le violente scosse di terremoto che interessavano l'area da almeno due giorni. L'evacuazione riguarderebbe molti comuni dell'area flegrea e non, con il coinvolgimento di alcune centinaia di migliaia di persone. Sulla fattibilità del piano di evacuazione compatibilmente con la pessima viabilità della zona si sono già espressi molti pareri negativi ma non mancano critiche anche sulla caratterizzazione del piano di allarme che darebbe per scontato un preavviso da parte del vulcano di almeno 3 giorni. A tal proposito alcuni ricercatori vulcanologi come il Professor Giuseppe Mastrolorenzo si sono mostrati scettici sulla possibilità di avere un preavviso cosi lungo ritenendo di non poter scartare l'evenienza di dover effettuare uno sgombero in tempi molto più brevi o persino con un'eruzione già in corso. Molti dubbi sono stati sollevati anche sull'energia della potenziale eruzione che potrebbe non rivelarsi affatto cosi ridotta come ritenuto ma essere più energetica. C'è poi il problema principale legato alla presunta nascita del vulcano, dove dovrebbe aprirsi questa nuova bocca eruttiva? Dalla sua localizzazione dipenderebbe sostanzialmente tutto il piano di intervento. Ebbene, non si sa, ci sono delle ipotesi ma nulla di sicuro. Per di più il piano di evacuazione prevede dei punti di raduno della popolazione all'interno dell'area rossa, quella a maggior rischio eruttivo! Mentre enti preposti e organi di controllo lavorano ad alcune di queste problematiche, i terremoti continuano e si rischia di dover affrontare un'emergenza sismica prima che quella vulcanica.


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