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20 dicembre 2023
ore 9:15
di Carlo Migliore
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 Per tutti

AGGIORNAMENTO 20 DICEMBRE: L'eruzione continua a indebolirsi. Nella fase iniziale le fontane di lava hanno interessato tutta la frattura raggiungendo anche i 100m di altezza poi l'energia è diminuita e le fessure hanno iniziato a contrarsi formando singole bocche eruttive. Le nuove immagini aeree dell'area mostrano che ora ci sono solo tre bocche che eruttano a sud-est di Stóra-Skógfell, due in meno rispetto alle cinque di ieri martedì. La lava è fluita principalmente verso est, ma c'è una lingua lavica che scorre anche verso ovest nella zona a nord di Stóra-Skógfell. E' indiminuzione anche l'attività sismica, dall'inizio dell'evento in data 18 dicembre sono stati misurati circa 320 terremoti con epicentri lungo i canali magmatici. Il terremoto più forte, di magnitudo 4.1 si è verificato lunedì alle 23:25. Dalla mezzanotte l'attività sismica si è smorzata ulteriormente, nella regione sono stati registrati solo 10 terremoti di bassa magnitudo. Intanto, in seguito all'eruzione, il suolo a Svartsengi che prima dell'evento si era sollevato di 35cm ha iniziato ad abbassarsi, fino ad ora l'abbassamento è stato di 7/8cm, segnale che il canale magmatico si sta gradualmente svuotando. È ancora troppo presto per capire se il magma continua ad essere alimentato dal profondo ma fino a che il suolo sotto Svartsengi non tornerà a sollevarsi, ci sono buone possibilità che l'eruzione possa terminare in tempi relativamente brevi. Gli scienziati ritengono tuttavia che non è ancora il momento per abbassare la guardia, altre bocche potrebbero aprirsi e non si esclude che ciò possa avvenire anche a sud nelle vicinanze dei centri abitati che restano tutt'ora evacuati.



Erano i primi giorni di novembre quando l'attività sismica nel settore meridionale della penisola di Reykjanes in Islanda subì una drastica intensificazione. Migliaia di terremoti al giorno con una magnitudo massima fino a 5.2 fecero scattare l'allarme e la città di Grindavik molto vicina agli epicentri fu immediatamente evacuata pensando che di li a poche ore sarebbe iniziata l'eruzione. Nei giorni successivi la diminuzione del numero di terremoti e anche della loro energia fece intuire che l'evoluzione avrebbe richiesto tempi più lunghi. Dopo un mese e arriviamo ai primi di dicembre l'eruzione era ancora ritenuta molto probabile in quanto la deformazione del suolo non si era mai arrestata. La sismicità è rimasta poi molto bassa fino alla serata di ieri lunedì quando contemporaneamente ad un intenso sciame sismico, all'incirca alle 22:17 ora italiana, l'evento eruttivo si è verificato. La lava a iniziato a fuoriuscire in un unico punto 4km a nordest della città di Grindavik poi la frattura si è rapidamente allargata e ha raggiunto una lunghezza di circa 4 chilometri. In gergo questo tipo di eruzioni viene definito col termine "Fissurali". 



Non è stata un'eruzione esplosiva in quanto i magmi basaltici islandesi sono poveri di gas e l'arrivo del magma alla pressione atmosferica non crea degassazioni improvvise ma inizialmente si era ritenuto possibile che l'eruzione potesse essere subacquea, in quel caso il magma a contatto con l'acqua del mare avrebbe potuto creare forti esplosioni. Così per fortuna non è stato. L'unico pericolo è adesso non trovarsi sul percorso della lava. Al momento la città di Grindavik e la centrale geotermica non corrono alcun pericolo ma la città resta evacuata dal momento che ci sono ancora molte incognite sull'evoluzione del fenomeno. La guardia resta particolarmente elevata e tutto andrà seguito con molta attenzione. In questo video il momento esatto in cui la lava ha raggiunto la superficie:

Da alcune ore le fontane di lava si sono ridotte e l'eruzione ha iniziato a perdere potenza. Non è possibile  fare una stima di quanto potrà durare ma chi si sta occupando del fenomeno ritiene che potrebbe terminare entro 7/10 giorni.

da questo link è possibile seguire la diretta.


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