INVERNO 1988-1989 Alta pressione e siccità per quasi 3 mesi con temperature sopra le medie
Nonostante l'inizio più che promettente, l'inverno 1988-1989 inserito in una triade di inverni anomali (1987-1990) sarà ricordato come l'inverno peggiore, quello delle nebbie al nord e delle piogge sempre attese ma mai arrivate. Lo ripercorreremo in questo articolo anche con una trasmissione particolare del 14 Gennaio, del nostro archivio, presentata dal meteorologo Guido Caroselli nella ben nota trasmissione "Che tempo fa" rappresentativa dell'intero andamento invernale.

Le prime incursioni polari si ebbero fin dall'inizio di Novembre e furono interpretate come il segnale di un inverno potenzialmente molto freddo e nevoso. Una conferma all'idea si ebbe durante la prima metà di Dicembre con una poderosa irruzione di aria gelida siberiana che interessò in particolare il Centro ed il Sud portando neve fino in pianura sulle regioni adriatiche e talora al Sud come fu il caso di una breve nevicata anche a Napoli.

Dopo di ciò più nulla a causa di un campo di alta pressione sub tropicale che dalla seconda metà di Dicembre e ad oltranza fino a Marzo interessò gran parte dell'Europa centro occidentale ed il Mediterraneo con valori barici eccezionalmente elevati, la bellezza di 1044hPa a Gennaio, un valore da piena estate azzorriana che in inverno spetta solo agli anticicloni termici gelidi delle pianure russe.
La colpa fu di un anomalo orientamento del jet stream alle quote medio alte troposferiche. Una corrente a getto stirata e disposta da ovest ad est con i massimi tra Inghilterra e nord Europa. le grandi perturbazioni viaggiarono per mesi ben oltre Manica mentre sull'Europa centro meridionale un esteso promontorio di alta pressione interessava tutti gli Stati. Un inverno secco, privo di neve sulle Alpi e privo di pioggia sulle pianure con temperature superiori alla norma soprattutto in montagna, sia nei valori massimi che in quelli minimi.
Un'anomalia unica perché associò alla mancanza di precipitazioni al Nord anche una persistente carenza di piogge al Sud che in altri casi come ad esempio nell'inverno 2002-2003 non fu invece registrata. Un incubo per gli amanti del freddo e della neve ma un peggiore incubo per gli agricoltori e per i cittadini tutti, costretti a respirare sostanze inquinanti ristagnanti al suolo assieme alla nebbie ed alle foschie per quasi 3 mesi ininterrotti.