Redazione 3BMeteo
6 agosto 2013
ore 8:15
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Le Tre Cime di Lavaredo
Le Tre Cime di Lavaredo
Le Dolomiti sono un gruppo montuoso delle Alpi orientali, delimitato a nord dalla Val Pusteria, a ovest dai fiumi Isarco ed Adige con le rispettive valli, a sud dalla Catena del Lagorai al confine con la Val di Fiemme e a est dal Piave e dal Cadore. L'area dolomitica si estende per il 70% della sua superficie nella provincia di Belluno e, per il restante, nelle province di Bolzano e Trento. Le Dolomiti prendono il nome dal naturalista francese Dieudonné Dolomieu che per primo studiò il particolare tipo di roccia predominante nella regione ( Bicarbonato di calcio e magnesio) universalmente noto col nome di dolomite.

 

Il clima delle Dolomiti è tipicamente alpino, caratterizzato da temperature invernali rigide, con un netto decremento innalzandosi di quota. Le precipitazioni sono concentrate nel periodo estivo mentre in inverno le giornate soleggiate sono all’incirca l’80% del totale. Entrando più nello specifico, ad una quota di 2000m, la media delle temperature minime varia tra i -8°C circa di Gennaio e Febbraio fino ai 7°C della seconda metà di Luglio. Le temperature massime, invece, oscillano tra i -2°C circa della seconda decade di Febbraio fino ai 15°C registrati a cavallo tra Luglio ed Agosto. Il mese più freddo è Febbraio, con una media generale di circa -5°C mentre il più caldo è Luglio che registra all’incirca 10.5°C. La primavera è ancora piuttosto fredda mentre risulta essere più mite l’autunno. In Marzo la media delle minime è ancora inferiore ai 6°C sotto 0 mentre in Maggio si sale a sopra lo 0 fino ad arrivare ad 1°C. Le massime sono all’incirca di 0°c durante il primo mese della primavera, di 8°C nell’ultimo. In Settembre, invece, le massime sono piuttosto elevate attestandosi a 12°C mentre le minime sono di poco inferiori ai 5°C. In Novembre la media delle massime si attesta a 2°C mentre le minime scendono fino a -3.5°C.

Per quanto concerne la pluviometria, in un anno cadono mediamente 1050mm di pioggia. La distribuzione è tutt’altro che omogenea: in estate le precipitazioni sono nettamente superiori alle altre stagioni e raggiungono all’incirca i 420mm. Questo a causa dei frequenti temporali dovuti sia a motivi orografici che alle infiltrazioni d’aria fredda Nord Atlantica. All’opposto è l’inverno la stagione più secca con i suoi 125mm. Il mese più arido è Dicembre nel quale cadono solamente 40mm di pioggia mentre il più piovoso è Luglio con 148mm circa. Durante tutto l’inverno si contano 18 giorni con precipitazioni, equamente distribuiti tra Dicembre, Gennaio e Febbraio. In primavera le giornate piovose salgono a 31, ben 41 in estate quasi il 50%; infine in autunno il dato scende a 21 giorni. In Estati particolarmente piovose o a Settembre possono cadere fino a 500mm in un solo mese mentre in Dicembre, per quanto piovoso, non si arrivano a toccare i 100mmm.

Il clima delle Dolomiti è, al di là dei numeri, assai complesso in quanto risente di influenze diametralmente opposte tra di loro. Nel caso in cui la ventilazione sia dai quadranti meridionali la colonnina di mercurio subirà una repentina impennata. L’aria mite mediterranea, infatti, è in grado d’addentrarsi nella fitta rete di vallate e catene montuose. Nel periodo estivo si possono raggiungere i 30°C nei fondovalle se l’anticiclone africano è esteso fino a latitudini così settentrionali. Nelle rimanenti stagioni, invece, correnti meridionali sono sinonimo di abbondanti precipitazioni pur con un clima dolce. I venti da Nord, all’opposto, portano a cali termici considerevoli ma a giornate soleggiate grazie al celebre vento di foehn. In questo caso solo le vette più settentrionali possono ricevere deboli nevicate mentre altrove regnerà il sole. Nei fondovalle più bassi le temperature sono mitigate dalla compressione dell’aria. Nei mesi più caldi, tuttavia, correnti da Nord possono portare violenti temporali grazie al contrasto con l’aria più calda preesistente.

Infine ogni singola zona ha delle peculiarità climatiche del tutto particolari che nascono dalla latitudine ma anche dall’esposizione, dall’essere in fondovalle o lungo un pendio ripido, dal tipo di terreno. I versanti esposti a sud godono di un clima molto più mite rispetto a quelli esposti a Nord. Allo stesso modo nei fondovalle le escursioni termiche sono molto maggiori, con minime notturne assai rigide ma massime più elevate, specie se la radiazione solare non è impedita dalle vette. Ad alta quota invece, è il vento l’aspetto preponderante del clima. Le escursioni termiche sono ridotte al minimo e gli sbalzi termici sono legati essenzialmente alle masse d’aria di diversa natura in transito sulla zona.

Durante l’Estate, la presenza dell’anticiclone subtropicale è l’unica configurazione atmosferica in grado di garantire tempo stabile e soleggiato. L’aria calda in quota unita a geopotenziali molto elevati rende la colonna d’aria assolutamente stabile. I moti convettivi vengono inibiti anche in presenza di un’orografia molto favorevole alla genesi dei temporali come quella dolomitica. A tal riguardo la celebre Estate 2003 rappresenta un esempio eclatante. Le temperature massime hanno raggiunto i 30°C nei fondovalle, a quote comprese tra i 1200m e i 1500m. A 2000m la colonnina di mercurio ha superato abbondantemente i 20°C, oltre 15°C a 3000m. Anche le precipitazioni hanno risentito di questa situazione assolutamente anomala: in media sono cauti solamente 200mm di pioggia a fronte dei circa 450mm abituali. In casi estremi come questi vengono appiattite le differenze micro climatiche tuttavia la Val Punteria risulta essere la più fresca mentre la Val di Fiemme la più calda del comprensorio. Nel corso di estati “normali” le precipitazioni nascano o dallo sviluppo di temporali di calore o dal passaggio di fronti freddi Nord Atlantici. In questo caso si ha un gradiente precipitativo Nord Ovest Sud Est: le zone meno interessate risultano essere la Val Punteria, la Val Badia, il Gruppo del Sella. Le più colpite, invece, le Pale di San Martino, la Catena del Lagorai e l’ Agordino.

In inverno i peggioramenti più significativi sono causati da umide correnti meridionali pilotate da depressioni collocate o sul Golfo di Genova o sull’alto Adriatico. In questa circostanza sarà sempre il lembo sud orientale delle Dolomiti a beneficiare di accumuli precipitativi maggiori. L’altezza delle montagne, infatti, è tale da instaurare l’effetto “stau” ovvero il sollevamento forzato della massa d’aria a contatto con un ostacolo orografico. Rilievi come le Pale di San Martino, la Marmolada, il Monte Civetta, la Catena del Lagorai sono in una posizione ideale per beneficiare di precipitazioni consistenti ma, al tempo stesso, per non subire un rialzo termico elevato. La fascia Prealpina, infatti, funge da schermo ai caldi venti di scirocco o di libeccio che giungono smorzati sulle Dolomiti meridionali ma con un contenuto d’umidità ancora sufficientemente elevato. Nella parte settentrionale le temperature risulteranno ancora più rigide ma le nevicate saranno deboli in quanto la perturbazione ha già scaricato la maggior parte delle precipitazioni. Nel caso di irruzioni fredde da Nord o da Nord Ovest, viceversa, la parte che beneficerà di nevicate più consistenti sarà quella nord orientale: la Val Pusteria, le Dolomiti di Sesto, le Tre Cime di Lavaredo vengono interessate marginalmente dal fronte freddo in transito. Nella parte centrale e meridionale, al contrario, il cielo risulta sereno e la temperatura mitigata, nei fondovalle, dal vento di foehn che rende l’ aria secchissima ed elettrica.

In primavera, in particolare nei mesi di Aprile e Maggio, le precipitazioni possono assumere spesso una natura convettiva. In questi casi non vi sono zone dolomitiche favorite rispetto ad altre. L’effettiva posizione dell’aria più fredda ed instabile ad alta quota è il discriminate maggiore per avere fenomeni intensi. In autunno, invece, le configurazioni favorevoli alle precipitazioni sono molto simili a quelle invernali. Riassumendo la parte settentrionale delle Dolomiti è certamente più fredda di quella meridionale poiché più riparata dai miti venti meridionali e più esposta alle fredde correnti settentrionali. Come contraltare si hanno minori precipitazioni proprio perché le umide correnti di libeccio o di scirocco penetrano con maggiore fatica rispetto alla parte meridionale delle Dolomiti stesse. 
Lo spettacolo delle Dolomiti
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Altra foto delle Tre Cime di Lavaredo
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