18 maggio 2023
ore 8:00
di Carlo Migliore
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 Per tutti

Due eventi alluvionali disastrosi in due settimane e per giunta nel mese di maggio. Un'anomalia che può essere classificata come un fenomeno meteo estremo. Su un'area di circa 150km compresa tra Bologna e Rimini sono cadute dal 1 maggio piogge comprese tra i 400 e i 600mm, il precedente record storico risaliva a ben 84 anni fa, al maggio del 1939 stracciato dagli eventi recenti. Meno disastrosi ma pur sempre gravi numerosi altri eventi alluvionali hanno interessato la regione nel corso degli ultimi 15 anni. Nel giugno 2011 l'alluvione tra Sala Baganza, Fornovo e Collecchio nel parmense, fece un morto. Nel giugno 2013 toccò a Rimini, un altro morto, e poi nel gennaio 2014 l'allagamento di Bomporto, a Modena, con circa 10.000 evacuati. Nell'ottobre 2014 esonda ancora il torrente Baganza a Parma, mentre nel settembre 2015 colpite dall'alluvione sono Nure Trebbia e Aveto, nel piacentino, con tre morti e vari paesi in ginocchio. Nel febbraio 2017 si rompe l'argine dell'Enza a Brescello, nel reggiano, con oltre mille sfollati, a cui segue l'esondazione del torrente Parma a Colorno. Nel febbraio 2019 si rompe l'argine del Reno a Bologna, fino ad arrivare all'esondazione del Savio e la rottura dell'Argine del Montone nel forlivese. Nel dicembre del 2020 le piogge intense danneggiano strade e beni pubblici per un ammontare di quasi 80 milioni di euro. 

Eventi pluviometrici considerati anomali ma se andiamo a guardare la definizione stessa del termine anomalo, ovvero un qualcosa che capita molto raramente, i conti non tornano. La frequenza di questi eventi ormai è tale che bisognerebbe interrogarsi sul significato del termine visto che quella che si registra sembra piuttosto una nuova "normalità" con cui dovremo fare i conti in futuro. Ma naturalmente non è solo l'Emilia Romagna a soffrire queste calamità.  Solo considerando il periodo tra il 2010 e luglio 2022, secondo la Società Italiana di Medicina Ambientale (Sima) in Italia si sono verificati 1.318 eventi estremi con conseguenze gravi su territorio e cittadini, 516 allagamenti da piogge intense, 367 danni da trombe d'aria, 123 esondazioni fluviali, 55 frane da piogge intense. I cambiamenti climatici hanno la capacità di influenzare l'intensità e il numero dei fenomeni meteorologici, rendendoli più pericolosi e distruttivi. L'anomala distribuzione delle precipitazioni sta prendendo sempre più la forma di eventi estremi, talora associati a cicloni mediterranei: 60 negli ultimi 40 anni, ma con previsioni di 3 nuovi eventi annui. E oltre all'impatto economico, c'è quello più importante sulla salute dei cittadini perché generano paura, ansietà e stress specie sulla popolazione più fragile, come anziani e bambini. 

Secondo lega ambiente il nostro Paese e gli enti locali devono fare di più, basta evidenziare come la crescita delle rinnovabili in Italia sia praticamente ferma da alcuni anni e in recessione nel 2018. Bisogna poi agire con investimenti adeguati a tutela del territorio e per la prevenzione le principali opere pubbliche devono andare in questo senso e non certo a portare nuovo cemento, che può solo aumentare i rischi". Infine è necessario ri naturalizzare i corsi fluviali e ridare loro spazio, sia rimuovendo gli edifici costruiti nelle pertinenze fluviali con scelte urbanistiche scellerate, sia ampliando gli spazi esondabili per favorire la laminazione naturale delle piene e ridurre i loro effetti nefasti sui territori. 


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