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24 febbraio 2023
ore 15:32
di Carlo Migliore
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 Per tutti

Parlare di siccità in questo periodo è come sfondare una porta aperta, anzi, spalancata! Per il secondo anno consecutivo con un ulteriore aggravamento della situazione, le regioni settentrionali in primis ma in parte anche il Centro ed a macchia il Sud, stanno sperimentando una grave carenza di precipitazioni. La responsabilità di questa assenza di pioggia la si attribuisce prevalentemente alla mancanza di perturbazioni atlantiche organizzate ed alla presenza quasi costante ormai di uno scomodo anticiclone sub tropicale che predilige l'Europa occidentale. Questo è senz'altro vero ma anche la catena alpina e in misura minore quella appenninica hanno un ruolo importante. Tutti sanno infatti che i rilievi funzionano come una barriera nei confronti delle correnti umide e ne impediscono la propagazione nella zona sottovento al rilievo. E' per questo motivo che alcuni grandi deserti sono posizionati a valle di enormi catene montuose in posizione sottovento rispetto alle correnti prevalenti. Uno fra tutti il deserto di Atacama in Cile dove la media precipitativa annua varia tra 0 e 2mm. 

In Italia un ruolo di blocco importante lo esercitano soprattutto le Alpi Occidentali segnatamente Marittime, Cozie, Graie e Pennine, in parte anche le Lepontine. La loro struttura orientata quasi Nord-Sud assieme all'altezza è in grado di bloccare completamente o quasi il flusso umido proveniente dalla Francia. Se le perturbazioni atlantiche riescono a scavalcare questo ostacolo, possono farlo solo grazie alla presenza del Mediterraneo ed alla formazione che a volte le accompagna, di un minimo orografico sul Mar Ligure che pieghi le correnti occidentali e le faccia ruotare come scirocco. Perturbazioni atlantiche si, ma non tutte sono buone, quelle che sono in grado di sviluppare minimi secondari sul Mediterraneo sono solo una percentuale di quelle totali e se  il numero totale è già molto basso, si capisce come si va a finire in una situazione del genere. Al Centro ed al Sud la penuria di precipitazioni è meno influenzata dagli effetti dei rilievi e se manca la pioggia sulle regioni tirreniche, lo si deve prevalentemente alla mancanza di perturbazioni. Per il lato adriatico è un po' diverso in quanto le regioni orientali sono normalmente meno piovose delle tirreniche a causa del blocco parziale della catena appenninica, li c'è un'influenza anche geografica.

Oltretutto ciò che favorisce un abbassamento di latitudine delle perturbazioni è l'attività più energetica del vortice polare invernale. Con l'avvio della primavera e ancor più dell'estate, la possibilità che possiamo essere raggiunti da perturbazioni diminuisce sensibilmente. Diverso il discorso per il primo mese primaverile, quello di marzo che nel caso specifico dell'anno in corso potrà risentire degli effetti di uno stratwarming.


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