8 gennaio 2021
ore 10:34
di Francesco Nucera
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 Per tutti

Si è dunque dovuto attendere il Final Warming, ovvero il fisiologico ultimo riscaldamento di stagione della stratosfera, che di norma avviene in avvio di primavera col ritorno della luce solare, per frenare la folle corsa di un vortice polare stratosferico molto intenso nell'emisfero sud. Con l'ultimo riscaldamento della stratosfera polare antartica il vortice polare stratosferico ha infatti gradualmente cessato la sua attività stagionale e con esso si è andato chiudendo il profondo quanto esteso buco dell'ozono.

La stagione 2020 per il vortice stratosferico del Polo Sud è stata caratterizzata da una attività anomala. Il vortice polare non solo ha presentato velocità molto elevate che hanno raggiunto un valore record per il periodo ma anche temperature eccezionalmente basse. In pratica è stato l'esatto opposto dello scorso anno quando i valori risultavano alti a causa di un raro evento di stratwarming. 

Questa situazione ha avuto cause prettamente meteorologiche per via di una bassa attività delle onde troposferiche. La conseguenza è stata un approfondimento del vortice polare ed un continuo quanto anomalo raffreddamento. Le basse temperature al suo interno e le nubi stratosferiche polari hanno contribuito alla perdita dell'ozono stratosferico. Ogni inverno nell'emisfero australe, al ritorno dei raggi solari, accadono sulle nubi stratosferiche polari (che si formano a causa delle basse temperature) delle interazioni chimiche che erodono l'ozono.

E' stata proprio la situazione del vortice polare a contribuire ad un buco dell'ozono molto esteso e profondo. Seppur questa situazione è stata dettata dal tipo di circolazione e dunque da una variabilità meteorologica interna c'è da dire che senza il protocollo di Montreal sulla riduzione dei CFC il buco sarebbe potuto esser più grande. L'ozono è un gas che nella stratosfera agisce come un 'filtro solare' per la vita sulla Terra. In quella regione infatti l'ozono protegge il nostro pianeta dalle radiazioni ultraviolette. I bassi livelli di ozono antartico hanno fatto registrare alti valori dei raggi ultravioletti sull'Antartide e sull'estremo sud del Cile e dell'Argentina, livelli simili (UV index superiori a 10) a quelli che di norma si registrano ai tropici.


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