11 marzo 2023
ore 22:02
di Francesco Nucera
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 Per tutti
Fine de La Nina
Fine de La Nina

La Niña è ora terminata dopo tre anni consecutivi. Ad annunciarlo è il Climate Prediction Center del National Weather Service che aggiunge come il Pacifico sia entrato in una situazione di neutralità, una condizione che persisterà per tutta la primavera. La tripla La Nina è un evento raro, oltre a quello del 2020-22 è accaduto nel triennio 73-75 e in quello 98-2000. L'atmosfera tuttavia continua ancora ad avere un'impronta de La Niña. Una raffica di vento da ovest sul Pacifico equatoriale associata ad un forte evento della Madden Julian Oscillation, l'evento più intenso almeno da marzo 2015, è alla base della cessazione de La Niña. Se una forte onde di Kelvin discendente si sviluppasse è probabile l'entrata de El Niño tra fine estate ed inizio autunno come mostrano le previsioni. Dobbiamo aspettare di passare la 'barriera di primavera' per avere un quadro migliore dei prossimi mesi. 

Previsioni Enso secondo Iri
Previsioni Enso secondo Iri

El Niño e La Niña sono due eventi climatici che hanno caratteristiche opposte. Prendono origine dalle variazioni di pressione e temperatura sull'Oceano Pacifico. Senza entrare nella loro formazione possiamo dire che questi eventi sono uno dei meccanismi di scambio di calore tra oceano ed atmosfera. In pratica servono a 'regolare' il clima. El Niño è caratterizzato da un accumulo di acqua calda sul pacifico centro orientale. La fase opposta è invece La Niña. Sono eventi ciclici che possono persistere rispettivamente per 9-12 mesi nella fase calda e per 1-3 anni nella fase fredda. 

La Niña cosa ha comportato? Ha causato piogge eccezionali sull'Australia orientale, una siccità senza precedenti sul Corno d'Africa e in California, ha inciso sulla stagione degli uragani e sembra aver enfatizzato le fasi di blocco nell'emisfero nord durante il corso della siccitosa estate 2022.

Nonostante il raffreddamento della pluriennale La Niña le temperature globali hanno mostrato sempre valori 'alti'. Dopo la fase di neutralità dovrebbe entrare El Nino; il suo effetto di riscaldamento globale richiederà mesi per essere avvertito, il che significa che sarebbe il 2024 candidato a stabilire un nuovo record di temperatura globale. Le ondate di caldo senza precedenti causate da questo importante evento di El Niño hanno reso ad esempio il 2016 l'anno più caldo mai registrato a livello globale. Ma quali altri impatti potrebbe avere El Niño?

El Niño potrebbe aprire la strada al raggiungimento della soglia di +1,5°C a livello globale. Si tratta di un valore di uno scenario estremo, temporaneo. Questa soglia è il limite della temperatura globale fissato nello storico accordo di Parigi del 2015. La sua importanza è ampiamente riconosciuta perché i cosiddetti punti critici, ovvero le soglie oltre le quali piccoli cambiamenti possono portare a impatti importanti sul pianeta Terra, diventano più probabili oltre questo livello. Al momento non è dato sapere quanto sarebbe intenso El Niño e ci auguriamo non sia forte come quello del 2016; tra qualche mese le osservazioni delle temperature dell'acqua nel Pacifico equatoriale ci daranno maggiori indizi.

El Niño avrebbe anche ripercussioni sui pattern meteorologici aumentando in maniera significativa la possibilità di siccità, inondazioni e ondate di caldo estremo laddove il fenomeno incide maggiormente, ovvero nelle aree prossime al suo sviluppo. I Paesi del sud-est asiatico ad esempio potrebbero vedere significativi problemi durante gli eventi di El Niño, con India, Indonesia, Filippine e Australia che spesso subiscono scarse precipitazioni o siccità. Il fenomeno nei mesi di maggio-luglio può portare a un deficit di precipitazioni monsoniche tra Pakistan e India.

L'Australia ad esempio soffre maggiormente degli impatti sia de El Niño che de La Niña. Con La Niña l'Australia ha sofferto per le piogge eccezionali, in particolare sul settore orientale. Durante El Niño invece la situazione sarebbe molto diversa, con meno piogge del solito mentre aumenterebbe la probabilità di avere temperature più alte e anche un aumento del rischio di incendi, aggravati dai cambiamenti climatici. In California potrebbe piovere di più anche attraverso più umidi Atmospheric Rivers mentre in Atlantico ridurrebbe la possibilità dei cicloni a causa dell'aumento dello shear. Sul Corno d'Africa i cambiamenti climatici, il riscaldamento dell'Oceano Indiano e La Niña hanno comportato quattro stagioni secche di fila e senza precedenti; El Niño provocherebbe invece siccità negli altopiani etiopi nei mesi di luglio-settembre e più precipitazioni durante la stagione delle piogge. 

El Niño non è chiaro in Europa; può causare dei cambiamenti nella circolazione atmosferica ma c'è molta variabilità sul comparto euro atlantico e il segnale è influenzato da altri fattori.


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