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13 settembre 2023
ore 10:45
di Francesco Nucera
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il ciclone Daniel sulla Libia
il ciclone Daniel sulla Libia

Il medicane Daniel è l'evento meteorologico più mortale del 2023 al mondo ed è uno dei sistemi ciclonici con caratteristiche simili tropicali più distruttivi e mortali degli ultimi anni, tra l'altro al di fuori dei bacini di norma soggetti a questi eventi estremamente severi. Tra Sud Est Europa e Nord Africa si contano migliaia di vittime, la maggior parte avvenute solo in Libia a causa della tracimazione delle dighe per le forti e abbondanti piogge; elevato è ancora il numero di dispersi. Nel corso XXI secolo Daniel supera infatti il ciclone Freddy (1434 morti, febbraio 2023), il ciclone Idai (1590 morti, marzo 2019) avvenuti entrambi sull'Oceano Indiano e che hanno portato morte e distruzione su Mozambico, Madagascar, Malawi e Zimbawe, ed il ciclone Maria (Caraibi, settembre 2017). L' evento più catastrofico di Daniel è il tifone Yolanda nel 2013 ( Filippine, 6300 morti). I dati tuttavia sono ancora provvisori.

La tempesta ha acquisito caratteristiche sub tropicali sul mare caldo dello Ionio e si è portata verso la Libia dove ha fatto landfall il 10 settembre. In genere prima che raggiungano la costa questi cicloni si indeboliscono; molto meno frequente è invece l'approdo ancora forte. C'è anche il sospetto che poco prima del suo contatto con la terra ferma Daniel abbia acquisito caratteristiche completamente tropicali, ovvero un classico ciclone a cuore caldo. Il suo lento movimento nell'entroterra ha provocato le catastrofiche inondazioni per le piogge estreme avvenute in particolare a ridosso dei rilievi costieri con cumulate di 400mm, ovvero la pioggia di un anno in poco tempo. La maggior parte della pioggia è caduta in una zona ristretta sulla costa dove di norma non piove molto. 

Daniel è la parte conclusiva della formazione di un blocco ad Omega e che ha comportato eventi meteo estremi simultanei in Europa, quali il caldo anomalo sul Centro Nord Europa, le alluvioni in Spagna, le piogge storiche in Grecia (884mm a Portaria) con ripercussioni anche in Turchia e Bulgaria, in ultimo anche su Libia ed Egitto. Il blocco ad Omega, ovvero un anticiclone con due basse pressioni ai suoi lati è una figura barica comune in Europa ma può predisporre le basi per eventi estremi meteo particolarmente severi vista la lentezza con cui si muove. L'influenza umana può rendere le creste di queste strutture molto più calde del normale mentre le circolazioni cicloniche possono essere meno fredde seppur più umide

Un'atmosfera più calda di +1°C infatti può contenere il 7% in più di vapore acqueo. L'influenza umana modifica le statistiche degli eventi estremi e favorisce l'emergere di fenomeni molto rari od eccezionali, anche con l'attuale livello di riscaldamento globale. Il Mediterraneo tra l'altro è una 'sentinella' del cambiamento climatico in atto. Una precipitazione su quattro a livello globale può essere attribuita proprio al cambiamento climatico. Non è chiaro il comportamento futuro dei medicane, la loro frequenza potrebbe diminuire in un clima più caldo mentre aumenterebbe la probabilità di vedere quelli più forti.


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