18 marzo 2022
ore 23:30
di Edoardo Ferrara
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 Per tutti
Siccità al Nord, ma primi segnali anche al Centro-Sud
Siccità al Nord, ma primi segnali anche al Centro-Sud

METEO, BRUTTE NOTIZIE PER IL NORD - La grave fase siccitosa che interessa soprattutto il Nord Italia da ormai oltre tre mesi molto probabilmente proseguirà con tutta probabilità almeno sino a fine marzo. Neppure sul medio-lungo termine si scorgono infatti episodi piovosi quantomeno significativi che potrebbero risollevare almeno in parte il serio deficit idrico in cui versano diverse aree d'Italia, in primis appunto le regioni settentrionali, ma non solo: anche diverse aree del Centrosud, e in particolare il lato tirrenico, risultano in deficit pluviometrico. Qualche modesta precipitazione potrà anche verificarsi, ma sempre troppo poca e localizzata. 

PERCHE' SUCCEDE E PROSPETTIVE - Il responsabile è un potente quanto duraturo anticiclone che dopo aver stazionato per almeno due mesi sull'Europa occidentale, nel corso delle ultime settimane ha spostato il baricentro tra quella centrale e la Scandinavia. Il risultato però per l'Italia soprattutto settentrionale cambia poco: le grandi e piovose perturbazioni atlantiche, quelle che davvero sarebbero necessarie per le assetate terre del Nord, trovano un muro sulla Francia e non sono in grado di entrare con efficacia sulla nostra Penisola (se non le briciole). Un pattern barico che purtroppo si ripeterà anche nei prossimi giorni, con nuove pulsazioni anticicloniche sul centro-nord Europa e strada di fatto sbarrata alle perturbazioni atlantiche. Quest'ultime riusciranno a generare depressioni secondarie sul Mediterraneo occidentale in grado di portare qualche spunto piovoso essenzialmente al Sud e sulle Isole Maggiori. Instabilità a tratti anche sul medio-basso versante Adriatico, che dal weekend e nella prossima settimana potrebbe tra l'altro rivedere il ritorno del freddo pungente con neve a bassa quota. 

CONSEGUENZE - Chiaramente le conseguenze non possono che essere negative, come se già in questo periodo non ci fossero abbastanza problemi. Alpi senza neve, come attualmente lo sono in gran parte quanto meno sul versante italiano, significa non avere l'approvigionamento idrico nei prossimi due mesi che sarebbe stato indotto dalla fusione nivometrica. A questo aggiungiamo laghi e fiumi ben al di sotto del livello idrometrico medio del periodo e terreni aridi: un duro colpo alle coltivazioni e il rischio di non avere acqua a sufficienza per le irrigazioni. Contestualmente sulla zona del Delta del Po l'acqua salata del mare sta risalendo la foce, danneggiando i terreni per chilometri. Da considerare anche che un terreno secco e indurito dal freddo ha minor capacità di assorbire l'acqua: se paradossalmente arrivassero piogge intense, l'assorbimento sarebbe ridotto con una maggiore impermeabilità del terreno e quindi maggiore facilità di dissesti idrogeologici/alluvioni. Ultimo ma non ultimo: se non arriveranno piogge serie neanche ad aprile e maggio, c'è la concreta possibilità che l'acqua venga razionata anche nell'uso domestico entro la prossima estate. Non solo: la scarsità d'acqua potrebbe inficiare anche la produzione energetica delle centrali idroelettriche. Ci auspichiamo dunque che almeno ad aprile lo schema barico cambi in modo sostanziale e torni finalmente a piovere.  


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