30 gennaio 2024
ore 8:20
di Valeria Pagani
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Al via il decreto attuativo per ripulire i fiumi dalla plastica
Al via il decreto attuativo per ripulire i fiumi dalla plastica

Nel maggio del 2022 il Governo ha approvato in via definitiva il Disegno di Legge "Disposizioni per il recupero dei rifiuti in mare e nelle acque interne e per la promozione dell'economia circolare", ovvero la cosiddetta "Legge Salvamare". Questa legge vuole essere uno strumento efficace e concreto per contrastare l'inquinamento da plastica nei mari italiani, consentendo ai pescatori di portare a terra i rifiuti recuperati con le reti invece di lasciarli al largo (azione che prima della legge costituiva il reato di trasporto illecito di rifiuti). 

Tra le azioni proposte dalla legge per salvaguardare il mare rientrano le campagne di pulizia e di sensibilizzazione, ma anche la raccolta di rifiuti galleggianti nei fiumi. E proprio di quest'ultima azione il governo ha approvato il decreto attuativo. Infatti può apparire più o meno scontato, ma il nesso tra i fiumi e il mare è strettissimo. "Oltre l'80% dei rifiuti presenti in mare arriva proprio dai fiumi. È da qui che si inizia a proteggere il mare." - ha commentato all'uscita del decreto Rosalba Giugni presidente di Mare vivo onlus, una fondazione con più di 35 anni di esperienza nella tutela del mare e delle sue risorse.

Questo primo decreto attuativo prevede una programmazione di tre anni e un finanziamento di 6 milioni di euro: 2 milioni di euro per ciascuno anno, da ripartire in misura uguale tra le 7 Autorità di bacino distrettuali (autorità di bacino distrettuale del Po, delle Alpi orientali, dell'Appennino settentrionale, dell'Appennino centrale, dell'Appennino meridionale, della Sardegna e della Sicilia). Proprio negli ultimi mesi del 2023 le diverse Autorità di Bacino hanno infatti inviato la propria griglia di interventi per il recupero delle plastiche nei fiumi del territorio di competenza, interventi che dovranno essere attuati entro il 2026.

La vice ministro all'Ambiente e alla sicurezza energetica, Vannia Gava, ha spiegato che "l'iniziativa, di durata triennale, prevede interventi strutturali direttamente sui corsi d'acqua per la cattura, rimozione e gestione dei rifiuti plastici galleggianti e campagne di sensibilizzazione, in sinergia con le Autorità di bacino distrettuali a cui è demandata l'organizzazione delle attività e la gestione dei fondi".

Le azioni che verranno intraprese riguarderanno ad esempio la costruzione di barriere galleggianti per il recupero delle plastiche nel Tevere e nell'Aniene (per una spesa di circa 346 mila euro), e nell'alveo del fiume Platani, nell'Agrigentino (circa 100 mila euro); ma anche laraccolta di dati, tramite satelliti e droni, sull'inquinamento da plastica nel Po.

Lo stato di salute dei fiumi italiani non si può infatti considerare buono. Secondo un'indagine coordinata da Ispra della durata di un anno, circa l'87% dei rifiuti dispersi in 12 fiumi italiani contengono plastiche e più del 38% sono plastica monouso. Durante la ricerca sono state riscontrate profonde differenze tra i diversi corsi d'acqua. "Il fiume che ha registrato i valori più elevati di rifiuti veicolati a mare è il Sarno (in media quasi 66 oggetti/ora), seguito dal Po e dal Magra. I livelli più bassi di trasporto di macro litter sono stati riscontrati su Agri (poco meno d 1 oggetto/ora), Neto e Ombrone."

Ora è compito delle Autorità di Bacino pianificare e mettere in atto le azioni di pulizia dei fiumi. Ma sarà anche fondamentale che siano resi attuativi gli altri decreti presenti nella legge "Salvamare", che consentirebbero di stabilire i criteri e le modalità con cui i rifiuti pescati direttamente dal mare possano essere riusati, recuperati e riciclati.


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