21 dicembre 2022
ore 10:39
di Daniele Berlusconi
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 Per tutti

Il solstizio d'inverno, dal latino solstitium, composto dalle parole sol, "Sole", e sistere, "fermarsi", letteralmente "sole fermo" è in astronomia il momento in cui il sole raggiunge, nel suo moto apparente lungo l'eclittica, il punto di declinazione minima. La sua data non è fissa a causa di un errore di 6 ore nel calcolo dell'esatta durata dell'anno astronomico rispetto alla nostra misurazione del tempo (a causa di quelle 6 ore ogni 4 anni viene aggiunto un giorno, il famoso anno bisestile). Quelle 6 ore causano uno sfasamento per cui il momento preciso del solstizio oscilla tra le due date del 21 e del 22 dicembre, quest'anno il solstizio d'inverno sarà il 21 dicembre esattamente alle 22.47 ora italiana.

LA SCIENZA: Il solstizio d'inverno segna l'inizio ufficiale dell'inverno astronomico (quello meteorologico inizia invece il 1 dicembre) ed è anche il giorno più corto dell'anno. La tradizione popolare fissava questo giorno nel 13 dicembre, Santa Lucia, quando il sole effettivamente tramonta qualche minuto prima del giorno del solstizio a causa degli effetti dovuti all'eccentricità dell'orbita terrestre nel suo moto intorno al Sole. Tuttavia per tenere conto della durata effettiva del giorno si deve considerare anche quando il sole sorge e a Santa Lucia il sole sorge prima del giorno del solstizio motivo per il quale il 21 o 22 dicembre risultano comunque i giorni con meno luce di tutto l'anno.

IL MITOil Solstizio d'Inverno simboleggia il passaggio dalle tenebre alla luce ed è festeggiato in tutte le parti del globo, con differenze più apparenti che reali, ma giustificate dalle differenti culture. Intorno ai giorni del solstizio (21-25 dicembre), quasi tutte le popolazioni hanno sempre festeggiato la nascita delle loro divinità solari o di qualche essere soprannaturale: Krishna, in India; Schin-Shin in Cina; in America del Sud nelle culture pre colombiane Quetzalcoath e Huitzilopochtli; più vicino a noi: Horus in Egitto; Mithra in Persia ( entrerà presto nelle tradizioni e celebrazioni dell' antica Roma) e Tammuz, in Babilonia. Anche Gesù Cristo (portatore di luce) viene fatto nascere in questo periodo, il 25 dicembre ma la data della sua nascita è tutt'altro che certa. Iniziò ad essere celebrato dai nostri antenati, ad esempio presso le costruzioni megalitiche di Stonehenge, in Gran Bretagna, di Newgrange, Knowth e Dowth, in Irlanda o attorno alle incisioni rupestri di Bohuslan, in Iran, e della Val Camonica, in Italia, già in epoca preistorica e protostorica. Esso, inoltre, ispirò il "frammento 66" dell'opera di Eraclito di Efeso (560/480 a.C) e fu allegoricamente cantato da Omero (Odissea 133, 137) e da Virgilio (VI° libro dell'Eneide). Quello stesso fenomeno, fu invariabilmente atteso e magnificato dall'insieme delle popolazioni indoeuropee: i Gallo-Celti lo denominarono "Alban Arthuan" ("rinascita del dio Sole"); i Germani, "Yulè" (la "ruota dell'anno"); gli Scandinavi "Jul" ("ruota solare"); i Finnici "July" ("tempesta di neve"); i Lapponi "Juvla"; i Russi "Karatciun" (il "giorno più corto")



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