27 maggio 2022
ore 15:46
di Lucia Drago Pitura
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 Per tutti

La zona mediterranea è considerata dagli scienziati un "hot spot" climatico, e in particolare la permanenza di anticicloni africani consente un maggiore riscaldamento delle temperature superficiali del mare. Tale aumento termico, mette crisi la biodiversità marina e nei casi peggiori porta anche alla scomparsa di alcune specie. Gorgonie, alghe corallinacee e spugne sono alcune delle specie mediterranee che mostrano evidenti segnali di necrosi a causa dell'aumento delle temperature del mar Mediterraneo- a dare l'allarme ambientale sono l'ong Greenpeace e l'istituto di ricerca pubblico Ispra Greenpeace.



Invece, le specie termofile, cioè amanti del caldo, con temperature calde del mare riescono a proliferare. In aggiunta, l'aumento termico marino causa l'adattamento di specie non autoctone, difatti si registra anche un aumento di specie aliene come il mollusco gasteropode, osservato per la prima volta all'Isola d'Elba, di origine polinesiana.L'aumento delle temperature del mare non solo provoca gravi impatti sulla biodiversità marina e contribuisce all'innalzamento del livello del mare, ma ha conseguenze su quanto accade in atmosfera, dove avvengono i fenomeni meteorologici. "Il mare trasferisce più calore all'atmosfera e quest'ultima non può far altro che scaricare violentemente questo surplus di energia sul territorio con piogge molto intense e venti forti. Ecco quindi che i fenomeni meteorologici possono diventare più violenti" spiega Pasini, del cnr.


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