9 marzo 2023
ore 23:49
di Edoardo Ferrara
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 Per tutti
Inverno 2022-2023 ben più caldo del normale
Inverno 2022-2023 ben più caldo del normale

INVERNO 2022-2023, IL QUINTO PIU' CALDO DAL 1800 - L'inverno meteorologico si è concluso il 28 febbraio scorso (qui la differenza con quello astronomico) e come ci si aspettava è stato mediamente più caldo del normale, anche in modo considerevole. Secondo infatti i dati ISAC-CNR a livello nazionale, considerando il trimestre dicembre-gennaio-febbraio, la temperatura complessiva è risultata di 1.21°C sopra la media trentennale 1991-2020. L'inverno 2022-2023 si piazza così al quinto posto tra i più caldi dal 1800 ad oggi; al primo posto resta l'inverno 2006-2007 con un'anomalia di 1.76°C. Entrando più nel dettaglio a macroarea, l'anomalia maggiore riguarda il Nord con uno scarto rispetto alla media che sale a 1.38°C (piazzandosi così al quarto posto tra i più caldi per quanto riguarda le regioni settentrionali); al Centro e al Sud l'anomalia risulta rispettivamente di 1.09°C e 1.10°C. 

In generale dunque, in un segnale di fondo comunque più caldo per tutti, spicca ancora una volta il Nord anche in virtù di una circolazione atmosferica spesso bloccata con l'anticiclone a ovest del Continente che ha pilotato masse d'aria ulteriormente calda verso le regioni settentrionali (in sostanza al segnale climatico si è aggiunta la forzante sinottica). Lungo il bordo sud-orientale dell'anticiclone non sono mancate occasionali irruzioni fredde dal Nordest Europa, che hanno interessanto soprattutto il Centrosud: da qui le anomalie lievemente smorzate rispetto al Nord, ma comunque sopra media in quanto gli episodi sottomedia termica sono risultati comunque decisamente minoritari. L'immagine che segue evidenzia le anomalie di geopotenziale a circa 5500m di altezza tra gennaio e febbraio, in rosso quelle fortemente positive che sottendono l'ingerenza anticiclonica sopra citata:

Le anomalie di geopotenziale a 500hPa, circa 5500m dal 1 gennaio al 28 febbraio
Le anomalie di geopotenziale a 500hPa, circa 5500m dal 1 gennaio al 28 febbraio

Da notare come questo 'muro anticiclonico' sull'Atlantico sia stato responsabile di un ulteriore aggravio delle condizioni siccitose non solo sul Nord Italia, ma anche su gran parte degli Stati centro-occidentali europei, primo su tutti la Francia (dove non ha piovuto per 32 giorni consecutivi a livello nazionale). Va inoltre ricordato che situazioni anticicloniche di blocco di questo tipo si sono già verificate in passato, ma nell'attuale contesto di cambiamento climatico gli effetti dell'alta pressione risultano ulteriormente esacerbati e potenziati. 

PRECIPITAZIONI - Per quanto riguarda le precipitazioni, se al Nord sono state ancora una volta purtroppo assai risicate, la stessa cosa non si può dire per diverse aree del Centrosud dove a tratti è piovuto anche in modo significativo, come si evince dalle mappe di seguito che evidenziano gli accumuli pluviometrici complessivi di gennaio e febbraio. Questo fatto, per quanto possa sembrare apparentemente paradossale, in realtà è consistente con il posizionamento anomalo e perseverante dell'alta pressione sul centro-ovest Europa, che ha favorito così la reiterata formazione di depressioni tra Nord Africa e basso Mediterraneo (per il Sud) e precipitazioni da stau sul versante adriatico (per frequente richiamo di correnti nord orientali). Un'ulteriore caso che ci mostra che non vale necessariamente l'equazione global warming=siccità: mentre per le temperature è appurato un generale inesorabile rialzo, la situazione si complica quando si entra nel campo delle precipitazioni, strettamente correlate all'impianto sinottico che agisce su scale spaziali locali (per quanto anche i pattern sinottici e la potenza degli anticicloni siano influenzati dal cambiamento climatico).

L'accumulo pluviometrico complessivo di gennaio
L'accumulo pluviometrico complessivo di gennaio
L'accumulo pluviometrico complessivo di febbraio
L'accumulo pluviometrico complessivo di febbraio


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