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23 marzo 2021
ore 16:20
di Carlo Migliore
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Etna, eruzioni esplosive e ripetute, quale può essere la ragione
Etna, eruzioni esplosive e ripetute, quale può essere la ragione

I recenti parossismi del vulcano più grande e più attivo d'Europa, attualmente tra i più attivi del mondo, hanno suscitato grande interesse da parte della comunità scientifica soprattutto per l'intensità e il numero, ben 15 eruzioni dal 16 febbraio e probabilmente è in arrivo anche la 16esima. Come mai tanta energia e così poco intervallo tra un evento e l'altro? Innanzitutto va detto che la fase di accentuazione dell'attività vulcanica dell'Etna risale a una ventina di anni fa, al 2000-2001 con eruzioni più esplosive che si sono distinte da quelle precedenti più effusive , anche importanti e particolarmente lunghe come quella del 1991-1993. Quindi sono circa 20 anni che il vulcano siciliano si trova in una fase dinamicamente più esplosiva e recentemente le eruzioni si stanno susseguendo molto rapidamente, perché? 

IL MAGMA - Senza addentrarci in spiegazioni che sarebbero troppo complesse faremo un piccolo preambolo. Il magma che fuoriesce come lava dai crateri sommitali dell'Etna ha origini molto profonde, almeno 30km di profondità, una zona della Terra allo stato fluido sulla quale galleggiano sia la crosta continentale che quella oceanica che si chiama Mantello. Il Mantello è il serbatoio di tutti i magmi dei vulcani del mondo. Ma i magmi non sono tutti uguali, hanno caratteristiche chimico-fisiche diverse e da quelle caratteristiche dipende il tipo di eruzione a cui possono dare luogo. Quando il magma del mantello risale attraverso la crosta può avvenire che ci resti per qualche tempo intrappolato prima di riuscire a raggiungere la superficie, in questo tempo di "permanenza" che può variare da pochi giorni fino a molti anni,  il magma cambia composizione chimico-fisica perché interagisce con la roccia della crosta con cui viene a contatto e può arricchirsi o impoverirsi di gas ma in ogni caso assume connotati fisici e chimici diversi da quelli che aveva quando era nel Mantello e sarà tanto più diverso dal magma originario quanto maggiore sarà il tempo di permanenza nella crosta. 

UN MAGMA PRIMITIVO - I ricercatori hanno analizzato le lave delle recenti eruzioni dell'Etna e hanno scoperto che la loro composizione è "primitiva" un termine che sta a indicare che si sono diversificate poco o per nulla dai magmi originari del mantello. Ciò significa che il magma del mantello, in questo momento del ciclo vitale dell'Etna, riesce a entrare molto facilmente nel sistema di alimentazione profondo e altrettanto facilmente riesce a migrare verso la superficie, sostando per poco tempo nella crosta. Un percorso senza ostacoli potrebbe dipendere da un condotto più ampio e ciò spiegherebbe i tempi minimi di intervallo tra un eruzione e l'altra mentre l'esplosività degli eventi sarebbe legata a due fattori, il primo un alto contenuto di acqua dei magmi il secondo, l'alta velocità di risalita che non darebbe modo ai gas  disciolti nel magma di disperdersi raggiungendo la superficie con un alto potenziale esplosivo. 

Schema generico dell'Etna in sezione
Schema generico dell'Etna in sezione

Ci sarebbe poi una terza questione, se il magma arriva più velocemente in superficie a causa di un condotto più ampio, cosa può essere accaduto?  I ricercatori dell'Ingv, l'Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia, hanno fatto un'interessante e importante scoperta riguardo il meccanismo che controlla le eruzioni, pubblicando lo studio, intitolato "Flank sliding: A valve and a sentinel for paroxysmal eruptions and magma ascent at Mount Etna, Italy" su una rivista specializzata statunitense. Le eruzioni dell'Etna, sarebbero favorite dallo scivolamento del fianco orientale del vulcano verso l'area ionica, questo processo di scivolamento potrebbe essere alla base dell'allargamento del condotto delle bocche vulcaniche.


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