13 aprile 2018
ore 11:25
di Manuel Mazzoleni
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 Per tutti
Circolazione termoalina (Intergovernmental Panel on Climate Change)
Circolazione termoalina (Intergovernmental Panel on Climate Change)

Il clima sta cambiando e nel corso dei prossimi decenni potrebbe subire ulteriori importanti modifiche in particolar modo la zona compresa tra l'Europa, il Nord Africa, il Sahel (lato oceanico), le coste settentrionali degli USA. Tutta colpa delle variazioni della circolazione oceanica globale, specie quella delle acque atlantiche che secondo due recenti studi si è indebolita di circa il 15/20% rispetto al 1850, raggiungendo il suo minimo negli ultimi 1600 anni. Nel dettaglio gli studi, pubblicati entrambi su Nature, sono stati condotti rispettivamente dall' University College di Londra e della Woods Hole Oceanographic Institution negli Stati Uniti, e dal Potsdam Institut per la ricerca sul clima, in Germania, e della Princeton University.

Ricordiamo che la circolazione globale delle acque oceaniche, detta anche circolazione termoalina, svolge un ruolo importante nel clima sulla Terra, ridistribuendo, assieme alla circolazione atmosfera, il calore in surplus dalla fascia equatoriale alle latitudini più elevate. In particolar modo quella che interessa l'Atlantico, svolge un ruolo fondamentale per il nostro continente.Essa spinge infatti l'acqua calda e salata della Corrente del Golfo verso l'Atlantico settentrionale, dove rilascia calore all'atmosfera e riscalda l'Europa occidentale. L'acqua più fredda poi scende a grandi profondità e viaggia a ritroso fino all'Antartide per tornare infine ad alimentare la Corrente del Golfo.

Lo scioglimento dei ghiacci marini artici ha purtroppo rilasciato grandi quantità di acqua dolce nell'Atlantico settentrionale che ha portato ad una graduale riduzione della salinità delle acque superficiali. Questo processo tende a renderla più leggera e meno propense a scendere in profondità rallentando quindi il sistema.

Il primo studio è arrivato alla conclusione che le correnti atlantiche hanno iniziato a indebolirsi rispetto alle epoche precedenti a partire dalla fine della cosiddetta "piccola era glaciale", mentre il secondo ha concluso che questo indebolimento sarebbe in gran parte avvenuto a partire dal 1950, in correlazione diretta con l'aumento dei livelli di anidride carbonica in atmosfera.

Anche se i risultati in prima analisi potrebbero sembrare discordanti è rassicurante, come spiegano i ricercatori, che i due studi convergano sulla conclusione che il sistema di circolazione globale è in uno stato di relativa debolezza, nonostante la diversa ricostruzione della tempistica del fenomeno, dovuta a limiti presenti in entrambe le metodologie adottate.

Anche sul futuro i due studi divergono: il primo concede ampio spazio alle fluttuazioni climatiche naturali mentre il secondo lascia intravedere la possibilità di notevoli cambiamenti nel clima e nei modelli delle precipitazioni in tutto l'emisfero settentrionale, Europa compresa.


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