Redazione 3BMeteo
21 giugno 2023
ore 11:12
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OGGI IL SOLSTIZIO D'ESTATE, PARTE UFFICIALMENTE L'ESTATE ASTRONOMICA - Si usa sempre fare la distinzione tra l'inizio delle stagioni astronomiche e quelle meteorologiche. Se l'estate meteorologica per convenzione è iniziata il 1° giugno e terminerà il 1° settembre, l'avvio astronomico della nuova stagione è previsto oggi, precisamente alle ore 16:57 italiane. Quello sarà infatti il momento preciso del solstizio d'Estate, ovvero quando il Sole raggiungerà nel suo moto apparente lungo l'eclittica il punto di declinazione massima. In parole povere i raggi solari saranno perpendicolari (Zenit) sul Tropico del Cancro.

LA GIORNATA PIU' LUNGA. Il 21 giugno sarà anche la giornata più lunga dell'anno, quella con più ore di sole e di conseguenza con la notte più corta. Durante il mezzogiorno solare un osservatore a circa 45° di latitudine potrà vedere il sole raggiungere la sua massima declinazione (è la distanza angolare tra un punto della sfera celeste e l'equatore) e la sua massima altezza sull'orizzonte nonché vedere l'ombra di uno gnomone proiettata lungo la linea meridiana raggiunge la sua minima lunghezza.

VERSO L'INVERNO. A partire da quel momento, tuttavia, le giornate inizieranno ad accorciarsi, seppur molto lentamente ed inizialmente in misura quasi impercettibile. Il sole comincerà a decrescere sull'orizzonte per dissolversi, alla fine della sua corsa verso il basso, nelle brume invernali.

EVENTO VENERATO. Come qualsiasi evento particolare della natura anche il Solstizio d'Estate ha sin dall'antichità attratto l'interesse e la curiosità di stregoni, santoni, astronomi e persone comuni. Questo evento è infatti assai venerato in molte parti del mondo ed in quasi tutte le civiltà della storia. Nelle tradizioni precristiane le giornate solstiziali (inverno ed estate) erano sacre e ancora oggi ciò si rispecchia in una festività cattolica che cade qualche giorno dopo il solstizio canonico, nella precisione il 24 giugno, quando si ricorda la natività di San Giovanni Battista, colui che battezzo il Cristo.

UNIONE DI DUE OPPOSTE POLARITA'. In questa festa, secondo un'antica credenza il sole (fuoco) si sposa con la luna (acqua): da qui i riti e gli usi dei falo' e della rugiada, presenti nella tradizione contadina e popolare. Non a caso gli attributi di S. Giovanni sono il fuoco e l'acqua, con cui battezzava; una comoda associazione, da parte del cristianesimo, per sovrapporsi alle antiche celebrazioni. Più scientificamente il Sole (simbolo del fuoco divino) entra infatti nella costellazione del Cancro ( simbolo delle acque e dominato dalla Luna) dando origine all'unione delle due opposte polarità. Simbolicamente questo fenomeno è rappresentato dalla stella a sei punte dove il triangolo di Fuoco e il triangolo dell'Acqua si incrociano.

I DUE SOLSTIZI. Ricordiamo inoltre che l'altro S. Giovanni, l'Evangelista, viene festeggiato il 27 dicembre, pochi giorni dopo il Solstizio d' Inverno. Anche nell'antichità i solstizi erano sempre correlati tra di loro. I popoli antichi li chiamavo "porte": porta degli dei (o degli immortali) il solstizio invernale e porta degli uomini quello estivo. Nell'antica Roma erano consacrati a Giano bifronte, il dio guardiano delle soglie e dei passaggi. 


FALO' DI SAN GIOVANNI. Tra i riti più effettuati nella notte di S. Giovanni sicuramente quello dei falò, che accesi dai contadini sulle alture avevano da un lato una funzione purificatrice, dall'altro venivano accesi in onore del sole per propiziarsene la benevolenza e rallentarne idealmente la discesa. In essi si gettavano cose vecchie, o le erbe raccolte l'anno precedente, perché' il fumo che ne scaturiva tenesse lontani spiriti maligni. 


ERBE DI SAN GIOVANNI. Per molti è il periodo della raccolta delle piante e delle erbe da usare nelle operazioni magiche, che bagnate dalla rugiada vengono intrise di una potenza nuova. Proprio la rugiada ricorda il battesimo impartito dal Battista nel Giordano, mentre le erbe dei prati e dei boschi ripropongono l'austera penitenza di Giovanni nel deserto prima della sua missione di precursore del Messia. Le erbe più note da raccogliere nella notte del 24 sono: l'iperico detto anche erba di S. Giovanni; l'artemisia chiamata anche assenzio volgare e dedicata a Diana-Artemide; la verbena protettiva anch'essa e il ribes rosso che proteggeva dai malefici. Oltre a quelle sopra citate erano anche ricercate: Vischio, Sambuco, Aglio, Cipolla, Lavanda, Mentuccia, Biancospino, Corbezzolo, Ruta e Rosmarino. 


Alle prime luci del 24 giugno i contadini che possedevano alberi di noce dovevano andare a legare una corda di spighe di orzo ed avena intrecciate ai tronchi dei loro alberi. In questo modo avrebbero poi raccolto frutti buoni e abbondanti.   


USANZE E RITUALI. Durante questo periodo le credenze vogliono che:
-Si accendono i fuochi dei falò la vigilia del 24. Chi salta il fuoco è sicuro di non dover soffrire il mal di reni per tutto l'anno. Gettando erbe particolari (come la verbena) nel fuoco del falo' si allontana la malasorte. La mattina del 24 Giugno le persone girano tre volte intorno alla cenere lasciata dal falo' e se la passano sui capelli o sul corpo, per scacciare i mali.
-Sotto il guanciale vengono messe le "erbe di San Giovanni", legate in mazzetto in numero di nove compreso l'iperico, per avere dei sogni premonitori.
-Raccogliere e portare con se un mazzetto di erba di S. Giovanni aiutava a tenere lontani gli spiriti maligni.
-Raccogliere 24 spighe di grano e conservarle gelosamente tutto l'anno serviva come amuleto contro le sventure. 
-Fare un mazzolino di tre spighe di grano marcio o carbone e buttarlo nel fiume liberava dagli animali e dalle piante nocive il grano che si stava per mietere. 
-Il giorno di San Giovanni se si compera l'aglio si avrà un anno prospero. 
-A mezzanotte si deve cogliere un ramo di felce e tenerlo in casa per aumentare i propri guadagni. 
-Si mangiano le cosiddette " lumache di San Giovanni " con tutte le corna che assumono il significato di discordie e preoccupazioni. Mangiarle significa distruggerle le avversità. 
-Si raccolgono le noci ancora immature per preparare il "nocino" un liquore corposo da bere gradualmente in futuro per riacquistare le forze nei momenti del bisogno. 
-Portare l'iperico all'occhiello nella notte della festa, protegge dalle streghe. 
-La prima acqua attinta la mattina del 24 manteneva la vista buona. 
-Recarsi all'alba sulla riva del mare a bagnarsi preservava dai dolori reumatici. Saranno tutte solo delle credenze oppure anche verità? Bah, a voi la sentenza...

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