10 aprile 2024
ore 11:36
di Alessio Onori
tempo di lettura
5 minuti, 29 secondi
 Per tutti

La valanga è un evento naturale che può avere conseguenze devastanti sia per l'ambiente montano che per le persone che lo frequentano. Questi flussi di neve sono spesso rapidi e imprevedibili e in base alle loro dimensioni sono in grado di  travolgere e sommergere tutto ciò che incontrano. Possono essere provocate in maniera accidentale o volontaria dall'uomo oppure per cause naturali e in questo caso vengono definite spontanee. 

In ogni valanga possiamo riconoscere una zona di distacco, una di scorrimento e una zona di accumulo. 

La zona di distacco solitamente si trova nei pressi delle cime montuose laddove la vegetazione risulta assente. Qui se la pendenza supera almeno i 30 gradi la massa nevosa può diventare instabile iniziando a fratturarsi per poi scivolare. 

La zona di scorrimento è caratterizzata da pendii piuttosto ripidi, solitamente con assenza di alberi oppure aventi un'età differente rispetto al circondario. L'età della vegetazione arborea è infatti molto importante per poter intuire la frequenza con cui il fenomeno si verifica. 

La zona di accumulo è l'area del pendio in cui la pendenza decresce e dove si ha un conseguente rallentamento graduale del moto della valanga che alla fine si arresta. Solitamente si tratta di un ampio ripiano o fondovalle. 

CLASSIFICAZIONE DELLE VALANGHE

Le valanghe si possono classificare in base ad una serie di parametri: primo tra tutti la tipologia del distacco che può essere puntuale o lineare.

Il distacco puntuale è tipico delle valanghe di neve a debole coesione: avviene da un punto e si allarga verso la base ricordando la forma di una pera. 

Il distacco lineare è tipico invece delle valanghe a lastroni che possono assumere grandi velocità e dimensioni. 

Altro parametro per la classificazione è il piano di scorrimento che può essere superficiale se uno strato scivola sopra ad un altro o di fondo se si muove tutto il manto nevoso. In base a dove si verificano possiamo altresì avere valanghe di versante, se queste si verificano in un pendio aperto o incanalate se si manifestano in canaloni. Infine c'è da considerare il tipo di movimento che può essere nell'aria (nubiforme) o a contatto con il suolo (radente). 

TIPOLOGIA DELLE VALANGHE

Valanghe di neve a debole coesione: in questa tipologia il movimento si origina generalmente in un punto da una o più particelle di neve incoerente; durante la caduta la valanga raccoglie altra neve allargando la sua traiettoria in maniera triangolare. La pendenza per questo tipo di valanghe deve essere maggiore rispetto a quelle a lastroni e nella maggioranza dei casi avviene tra 40° e 60° di inclinazione del pendio.  

Valanghe di neve a lastroni: questo tipo di valanga consiste nel distacco di un intero blocco o lastrone di neve avente un fronte più o meno esteso. Per far si che si verifichi è necessario avere un strato di neve coeso a sufficienza tale da consentire la trasmissione di sollecitazioni e che vi sia una scarsa aderenza con lo strato sottostante meno coeso. Nei lastroni da vento lo strato superficiale viene compattato attraverso la frantumazione meccanica dei cristalli, lasciando scarsi legami con lo strato rimaneggiato e sottostante. Solitamente le valanghe più comuni sono quelle superficiali, in cui uno strato fragile funge da piano di distacco e al di sopra di esso slitta uno strato di neve asciutta, in genere accumulata dal vento. La pendenza deve essere superiore ai 30° fino a circa 50° ma vi sono casi in cui si sono avuti distaccamenti con pendenze inferiori. Questo tipo di valanga si innesca per un aumento del carico sul manto nevoso, il più delle volte dovuto al passaggio di sciatori.

Valanghe di neve umida: Le valanghe composte da questo tipo di neve sono più tipiche della stagione primaverile, ma si possono verificare le condizioni anche durante l'inverno, in occasione di richiami di aria mite da sud che apportano piogge fino ad alta quota. In tali circostanze si genera acqua allo stato liquido che tende ad infiltrarsi nel manto nevoso indebolendo i legami tra i cristalli fino a romperli. La velocità di scorrimento non risulta molto elevata, tuttavia essendo caratterizzate da elevata densità (300/400 kg/m3) sono in grado di trascinare a valle tutto ciò che incontrano. Vista la loro natura tendono a seguire la morfologia del terreno, prediligendo canaloni o impluvi del reticolo idrografico. Sul terreno emergono evidenti segni dopo il loro passaggio a causa dall'azione erosiva dei massi e detriti che trasportano.

Valanghe per scivolamento di neve: questa tipologia di valanga è caratterizzata dallo scivolamento per intero del manto nevoso e non solo della sua porzione superficiale. Si verifica normalmente lungo pendii ripidi e molto lisci, composti da tappeti erbosi o lastroni di roccia. Un precursore di un possibile scivolamento è l'apertura di crepe nella parte sommitale, note anche come bocche di balena. Questo tipo di valanghe è molto insidioso perché possono verificarsi anche in condizioni nevose considerate stabili e ciò rende molto difficile prevederne il distacco. 

Valanga nubiforme: se una valanga a lastroni composta da neve asciutta si sviluppa su un versante molto ripido ed accidentato, i blocchi di neve si possono rompere, polverizzandosi creando i presupposti per la genesi di una nube composta da aria, neve fredda e asciutta che può scendere a velocità molto elevate, anche oltre 300 km/h. La particolarità di questo tipo di valanghe è la genesi di un soffio ovvero un'onda di pressione che precede il fronte della valanga ed ha un enorme potere distruttivo.

Molti si domandano come e quando avvengono le valanghe: certamente il periodo più favorevole è quello invernale e la prima parte della primavera, quindi da dicembre ad aprile. Tuttavia alle quote più elevate, oltre i 3000 metri dove persistono neve perenni si possono verificare in ogni stagione. 

Un'ultima distinzione è quella tra valanghe immediate e ritardate: quelle immediate si verificano durante la nevicata o appena dopo, in particolare se cade una grande quantità di neve questa non riesce ad assestarsi ed ancorarsi ai pendii o al vecchio strato di neve. Quelle ritardate invece possono verificarsi anche dopo giorni o settimane e sono causate dai processi di metamorfismo e trasformazione all'interno del manto nevoso. 


Segui @3BMeteo su Twitter


Articoli correlati