9 aprile 2021
ore 15:59
di Carlo Migliore
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 Per tutti

DANNI GRAVISSIMI ALL'AGRICOLTURA - A poco sono valsi gli interventi tempestivi degli operatori del settore per limitare le perdite, dall'accensione dei fuochi tra i vigneti fino alla nebulizzazione di acqua sulle gemme per creare un film di ghiaccio che le proteggesse da valori eccessivamente negativi. Le temperature che sono state raggiunte non hanno lasciato scampo. Se questa ondata di gelo non fosse stata preceduta da un'intensa ondata di caldo, i danni sarebbero stati di gran lunga minori ma quel sole e quei 25-27°C della settimana Pasquale hanno invogliato le gemme a fiorire in anticipo e quando è arrivato il freddo sono morte. Quando si parla di estremizzazione dei fenomeni meteo ci si riferisce esattamente a questo tipo di conseguenze, la natura non può sopportare sbalzi termici cosi elevati e le perdite sono ingenti.



Probabilmente dimezzata la produzione di vino per Brachetto, Barbera e Moscato mentre in ampie zone dell'Alessandrino si teme addirittura un danno dell'80%. E non va meglio nel Canavese, dove nascono i vini Erbaluce.  Danni anche per mais, frumento, coltivazioni orticole e asparagi. Un vero disastro secondo la Coldiretti dopo i primi sopralluoghi. Nel Lazio nell'oltre metà delle piantagioni si registrano i danni maggiori. Le temperature sono arrivate anche a 6 gradi sotto lo zero, fino ai -10,5 di cinelli in provincia di Viterbo. Danneggiate piantagioni di kiwi a Colonna e Velletri, vigneti ai Castelli romani, le zucchine, le patate, le melanzane, i pomodori, i meloni, i cocomeri e le fregole.

Piante da frutto danneggiate pure tra Mentana, Marcellina, Palombara Sabina e Montelibretti, dove le temperature sono state davvero rigide. A Montalcino e nella Val di Cornia, tra i terreni vinicoli più pregiati della Toscana, gli agricoltori hanno trascorso la notte incendiando balle di fieno e legname tra i filari delle vigne per provare ad alzare le temperature ma non c'è stato nulla da fare. I danni alle produzioni, vanno dal 50 all'80%; mentre per l'ortofrutta i danni arrivano fino al 100% in Toscana con la richiesta dello stato di calamità naturale e l'esonero dai contributi previdenziali. Nel Pistoiese Coldiretti stima la perdita di oltre la metà della produzione di uva, con punte del 90% per quanto riguarda i vitigni di sangiovese, che erano già germogliati. Danni anche a alberi da frutto e piante ornamentali. Ad una primissima stima il 50% delle piante di pomodoro andranno perse, anche nel caso di quelle che erano in serra non riscaldata. Nel Pisano a rischio le produzioni di fave, piselli, carciofi, zucchine, e c'è preoccupazione per la famosa ciliegia di Lari. Oltre a frutta e verdura a rischio le coltivazioni più precoci di mais.

Situazione molto grave anche nel resto dell'Europa, danni ingenti ai vigneti in Francia nonostante i tentativi di tenere alte le temperature accendendo fuochi tra i filari


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