4 gennaio 2021
ore 9:43
di Francesco Nucera
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 Per esperti

Conclusioni: temperature sotto media attendono nella prima decade di gennaio molte Nazioni dell'Europa a causa di fredde correnti con condizioni di maltempo invernali.

Il vortice polare è debole; quando questo avviene aumentano le possibilità per ondate di freddo. Gli anticicloni in tal frangente collocano i propri massimi a latitudini settentrionali, di contro le masse d'aria fredda sono costrette a scendere di latitudine richiamate dalle basse pressioni.

Dicembre si è mostrato molto dinamicoe con ondate di maltempo invernali soprattutto al Nord con nevicate eccezionali sulle Alpi e non solo.

Gennaio 2021 sembra proseguire secondo questa dinamica almeno fino allo scadere della prima decade. La neve è tornata di nuovo in pianura al Nord mentre nevicate abbondantissime stanno interessando l'Appennino settentrionale come non si vedeva da tempo.

Nei prossimi giorni tenderà inoltre a irrobustirsi un forte anticiclone sulla Groenlandia, una situazione che è spesso mancata negli ultimi inverni. Ne scaturirà inoltre un continuo afflusso di masse d'aria fredda verso l'Europa meridionale e anche verso il Mediterraneo alimentando così ondate di maltempo. Le propaggini dell'anticiclone siberiano si estendono inoltre all'Europa

Anticiclone siberiano in ottima forma. L'anticiclone sugli Urali e il lobo più robusto del vortice polare sul Continente asiatico contribuiscono a irrobustire l'anticiclone siberiano che tende a spostare i suoi massimi verso l'Asia centro orientale. Notevoli sono le temperature che si registrano in Asia con minime fino a -57°C.  Il peso della massa d'aria gelida nei bassi strati è poi alla base delle forti pressioni al suolo che si registrano sulla Mongolia. L'anticiclone sugli Urali e quello sulla Groenlandia indeboliscono il vortice polare a tutte le quote.

In stratosfera prosegue il forte riscaldamento proprio in partenza dall'aria siberiana. Si tratta di uno STRATWARMING (ssw), un anomalo riscaldamento della stratosfera polareche può avere delle ripercussioni sulla circolazione delle medie latitudini.

Non tutti gli SSW ne sono capaci, eccetto quelli che riescono a divide il vortice polare in due lobi attraverso la formazione di un'anticiclone stratosferico polare, ovvero uno split. I lobi gelidi del vortice così diviso sono costretti a portarsi verso le medie latitudini con ovvie conseguenze. Gli stratwarming che si propagano negli effetti dalla stratosfera alla troposfera (come i major di tipo split) sono capaci di prolungare le anomalie termiche e pluviometriche a livello emisferico indotte inizialmente dalla sola circolazione troposferica. In pratica gli anticicloni continuerebbero a rimanere alti di latitudine per piu' tempo. Secondo la statistica la stratosfera in questi casi può condizionare la troposfera mediamente per 40 giorni. Quando invece il vortice polare stratosferico non si divide ma si 'corica' verso una zona dell'emisfero nord allora ci troviamo nella situazione di displacement del vortice polare. Questi ultimi casi vanno valutati caso per caso perché piu' incerti nelle loro evoluzioni. 

Allo stato attuale le previsioni NON mostrano uno split del vortice polare. Seppur la dinamica assomiglia molto ad uno split è in realtà un displacement del vortice polare. Bisognerà dunque valutare le prossime mosse della stratosfera per avere un quadro migliore per il resto di gennaio


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