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13 maggio 2022
ore 17:44
di Simone Fant
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 Per tutti

"Investiamo insieme sul nostro pianeta". La giornata dedicata alla Terra del 22 aprile ha lanciato questo messaggio ai governi, alle imprese e ai cittadini di tutto il mondo. Nel latino classico investire significava "coprire con una veste, rivestire", concetto che ci rimanda alla protezione e alla cura del nostro pianeta. Oggi invece si può investire tempo, energia, ma soprattutto denaro. Per adattarsi e prevenire gli effetti devastanti della crisi climatica il mondo necessita di risorse economiche che non hanno precedenti nella storia dell'umanità. Come sta reagendo la finanza climatica internazionale ai preoccupanti scenari che gli scienziati del panel intergovernativo sui cambiamenti climatici delle Nazione Unite (IPCC) hanno previsto?

Nonostante la tendenza al ribasso degli ultimi due anni dovuti alla pandemia, gli investimenti per il clima sono aumentati costantemente nell'ultimo decennio, raggiungendo 632 miliardi di dollari nel biennio 2019/2020. Sulla base delle stime di Climate Policy Initiative nel report Global Landscape of Climate Finance 2021, i finanziamenti per il clima dovranno aumentare di almeno il 590% se si vogliono raggiungere gli obiettivi climatici dell'Accordo di Parigi, il documento legale del 2015 sposato da quasi tutti i paesi del globo per ridurre le emissioni

Di quei 632 miliardi di investimenti il settore pubblico ha rappresentato il 51% (321 miliardi di dollari), del quale le istituzioni finanziarie per lo sviluppo (DFI) contribuiscono per il 68% (219 miliardi). Istituzioni come la European Investment Bank che, attraverso la Climate Bank Roadmap approvata dai governi europei, ha annunciato lo scorso anno un pacchetto di investimenti da 1 trilione di euro da spendere entro il 2030. Come indica il Aid Transparency Index del 2020 però, la banca d'investimento europea non sembra essere così trasparente nel rendicontare i progetti green che finanzia ed è finita sotto accusa "per aver omesso di divulgare informazioni" che aiuterebbero a verificare la sostenibilità dei progetti supportati nel 2021 con un fondo da 27,6 miliardi.

Lo scorso novembre il più grande fondo di investimenti del mondo, BlackRock, ha dichiarato a Reuters di aver raccolto 673 milioni di dollari con il sostegno del governo francese, tedesco e giapponese da investire in progetti incentrati sul clima. Breakthrough Energy Catalyst, un fondo sostenuto dal miliardario Bill Gates, ha in programma di investire fino a 15 miliardi di dollari in progetti di clean technology negli Stati Uniti, Regno Unito ed Europa. Anche Jeff Bezos ha preso a cuore la causa climatica istituendo il Bezos Earth Fund, un fondo che ha l'obbiettivo di erogare 10 miliardi di dollari di finanziamenti green entro questo decennio. Per ora ha raccolto 1,39 miliardi.

I fondi per l'adattamento e mitigazione - Distinguiamo due possibili aree di intervento a cui possono essere destinati i fondi per il clima: adattamento, inteso come il processo di adeguamento agli effetti attuali e futuri dei cambiamenti climatici; e mitigazione, che mira a rendere meno gravi gli impatti della crisi climatica prevenendo o riducendo l'emissione di gas climalteranti nell'atmosfera. Due concetti che sono stati affrontati separatamente in due contributi (Impacts, Adaptation and Vulnerability e Mitigation) dell'IPCC, organismo che mette a sistema la miglior scienza sul clima disponibile a livello internazionale.

Secondo il Global Landscape of Climate Finance 2021, oggi il 90% della climate finance viene destinata alla mitigazione degli effetti del cambiamento climatico. La maggior parte dei finanziamenti è stata destinata alla produzione di combustibili rinnovabili, energia rinnovabile e infrastrutture, con particolare attenzione sul solare fotovoltaico e sull'eolicoonshore. Circa il 54% di questi fondi proviene da attori privati, questo testimonia quanto la transizione energetica stia facendo gola a tanti fondi d'investimento ed imprenditori.

Certamente più indietro sono i fondi destinati all'adattamento, che ora rappresenta il 7% degli investimenti totali. Da sottolineare però che sono aumentati di quasi il 53% negli ultimi due anni e "quasi tutte le risorse per l'adattamento - scrive il report - provengono da attori pubblici (98%) e sono confluite principalmente verso la gestione delle acque reflue".

Secondo il recente report di World Bank Group c'è l'urgente necessità di aumentare gli investimenti nell'adattamento climatico e nella resilienza. Sebbene i flussi finanziari per l'adattamento climatico siano aumentati negli ultimi anni, non sono ancora all'altezza per evitare gravi impatti economici e ingenti perdite umane, soprattutto nei Paesi in via di sviluppo. Rimane ancora molto da imparare su come sbloccare e consentire al capitale privato di aiutare a finanziare le priorità di adattamento nazionali e locali.

Negli ultimi anni sono state lanciate diverse iniziative per catalizzare gli investimenti del settore privato per l'adattamento. Per esempio la Coalition for Climate Resilient Investment e il Global Adaptation and Resilience Investment Working Group . Martina Duarte CEO di Cimate Investment Fund, fondo che gestisce10,5 miliardi di dollari, è intervenuta all' Forumsul cambiamento climatico organizzato da ISPI. " I Paesi in via di sviluppo rappresentano la maggior parte della popolazione mondiale e del PIL - ha dichiarato Duarte - ma c'è una grande mancanza di investimenti in infrastrutture in tutti i settori e dobbiamo assicurarci che questi fondi si allineino con i target climatici". La pandemia ha poi esacerbato il gap e la conseguente riprese economica tra Paesi. "Quest'anno per circa il 90% delle economie avanzate è prevista una ripresa, mentre solo un terzo delle economie a basso e medio reddito riuscirà a riprendersi". Poi Duarte ha sottolineato come il costo medio degli interessi per "aiuti pubblici eccezionali " nei Paesi più sviluppati è all'1% , mentre è al 3% nei Paesi in via di sviluppo.

Finanza climatica per i Paesi in via di sviluppo - Mitigazione, Adattamento e "Loss and Damage" (fondi specifici per i danni e le perdite già causati dal cambiamento climatico). Anche a Cop 26 di Glasgow si è fallito a movimentare risorse sufficienti per questi interventi nei paesi più vulnerabili. Una strategia che risale alla Conferenza delle Parti di Copenaghen nel 2009 , quando i Paesi più sviluppati promisero di raccogliere 100 miliardi di dollari all'anno di aiuti per quelli più danneggiati dalla crisi climatica. Promessa non ancora mantenuta dal momento che nel 2019 si erano raccolti solo 79,6 miliardi di dollari - sia per la mitigazione che per l'adattamento -e che un accordo nel Glasgow Climate Pact non è stato trovato.

Tuttavia come viene descritto nel Climate Finance Delivery Plan alcuni Paesi hanno fatto nuove promesse: L'Italia ha deciso di triplicare l'impegno finanziario per il clima portandolo a 7 miliardi nei prossimi 5 anni (1,4 miliardi all'anno); il Regno Unito intende raddoppiare i suoi fondi per il clima a 11,6 miliardi di dollari tra il 2020 e il 2025. Gli Stati Uniti hanno promesso 11,4 miliardi di dollari all'anno entro il 2024, oltre a 3 miliardi specificamente per l'adattamento climatico.

Cifre che però sono lontane dal coprire i danni e le perdite stimate dall'Adaptation Gap Report 2021 dell'UNEP: "300 miliardi di dollari all'anno entro il 2030 e 500 miliardi entro il 2050. Questi sono i costi annuali stimati per i Paesi in via di sviluppo per l'adattamento all'aumento di inondazioni, siccità, ondate di calore e altre condizioni meteorologiche estreme".

Helen Mountford CEO del Climate Work Foundation è intervenuta al Forum organizzato da ISPI sostenendo che 100 miliardi non sono sufficienti. "Avremmo bisogno di migliaia di miliardi. Ma la cosa scioccante, oltre al mancato accordo sui 100 miliardi, è che nel mondo ci sono stati Paesi che nel 2021 hanno sostenuto con sussidi o sgravi fiscali l'industria dei combustibili fossili con una cifra che si aggira ai 345 miliardi di dollari".

Il New Climate Economy Report, pubblicato nel 2018, ha rilevato che un'azione audace per il clima potrebbe produrre un guadagno economico diretto di 26 trilioni di dollari fino al 2030 rispetto al business-as-usual attuale. Con la guerra che infuria in Ucraina, i prezzi delle materie prime e dell'energia saliti alle stelle, quante risorse saranno investite sul nostro pianeta nel 2022? La minaccia della crisi climatica può non avere le sembianze di una guerra, ma le conseguenze sul lungo periodo saranno altrettanto devastanti in diverse regioni del mondo.


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