19 febbraio 2018
ore 10:53
di Carlo Migliore
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 Per tutti

Un nuovo studio effettuato dalla South Florida University pubblicato su Proceedings of the National Academy of Sciences  prende in considerazione per la prima volta i dati delle osservazioni satellitari per stabilire il ritmo con cui i nostri oceani si stanno innalzando. 25 anni di osservazioni hanno dimostrato che entro il 2100 il livello marino potrebbe alzarsi di 65 centimetri rispetto all'attuale, più del doppio di quanto previsto da alcuni modelli che parlavano di soli 30cm. 

Innalzamento del livello marino, dati preoccupanti dalle osservazioni satellitari
Innalzamento del livello marino, dati preoccupanti dalle osservazioni satellitari

L'innalzamento prodotto dipende e dipenderà essenzialmente dalle acque di scioglimento dei ghiacciai della Groenlandia e dell'Antartide ma in parte anche dall'aumento stesso della temperatura che produrrà una espansione delle acque che costituiscono gli oceani. La brutta notizia fa il giro del mondo proprio quando la presidenza degli Stati Uniti con Donald Trump ha deciso di abbassare lo stanziamento dei fondi per la ricerca sul clima  del 37% - da 158 milioni di dollari nel 2017 a  93 milioni di dollari nel 2019. 

Miami Beach durante una delle sempre più frequenti inondazioni
Miami Beach durante una delle sempre più frequenti inondazioni

Le preoccupazioni maggiori riguardano le aree costiere della Florida, della Cina meridionale e dell'Oceano indiano. Particolarmente vulnerabili all'innalzamento marino sarebbero Shanghai e Miami che potrebbero essere inondate dal mare con facilità anche senza il bisogno che ci sia un vero e proprio uragano.  Negli ultimi 10 anni le inondazioni su Miami sono già aumentate del 400%. Anche tutto il Bangladesh sarebbe ad altissimo rischio. Attualmente l'innalzamento marino ha già prodotto notevoli infiltrazioni di acqua salata all'interno delle falde dolci costringendo milioni di agricoltori ad arretrare o addirittura allontanarsi definitivamente dalle zone costiere.


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