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6 febbraio 2024
ore 15:57
di Valeria Pagani
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Creare nuove foreste come risorsa per tutelare la biodiversità e contrastare il cambiamento climatico è, secondo 9 aziende su 10, una strategia vincente per affrontare la grande sfida climatica ed ecologica di questo secolo. Questo è uno dei punti che emerge dal primo Studio sulla Biodiversità Forestale realizzato da Rete Clima, un ente non profit che da oltre dieci anni supporta le aziende nello sviluppo di progetti di forestazione a scala nazionale, di comunicazione e di rendicontazione ambientale e sociale. L'organizzazione ha voluto scattare un'istantanea sulla percezione delle aziende nel comprendere l'importanza del capitale naturale, delle foreste e della biodiversità nella lotta al cambiamento climatico. La survey è stata condotta su un campione di 50 imprese italiane nel periodo compreso tra aprile e luglio 2023, e contiene anche dei casi studio di alcune aziende che sostengono in diversi modi le attività di riforestazione.

Dallo studio è emerso che la quasi totalità delle aziende, circa il 90%, ritiene che la creazione di nuove foreste sia un'efficace strategia per la conservazione della biodiversità e per la mitigazione dei cambiamenti climatici. Ma, come spiega Paolo Viganò, Fondatore e Presidente Rete Clima, "non bisogna stereotipare il nesso foreste - sequestro di CO2." Capita infatti che alcuni progetti si basino sulla piantumazione di varietà non autoctone, spesso invasive (come il bambù e la paulonia) o che, una volta piantati gli alberi, non vengano più gestiti o monitorati con il rischio che muoiano dopo poco. Una corretta riforestazione richiede quindi una pianificazione adeguata, la scelta di specie autoctone, lo studio delle condizioni del suolo e anche la comprensione del valore sociale degli alberi in base al luogo in cui vengono piantati. "Le foreste sono molto di più che un insieme di alberi." - continua Paolo Viganò - "Un impatto positivo di una foresta è sempre accomunato dalla diversità biologica che può generare e dalla funzione che può svolgere. In un contesto urbano sceglierò delle specie e delle varietà che meglio mi permettono di migliorare la qualità dell'aria attraverso il sequestro del particolato, mentre in un ambito montano sceglierò quelle che mi assicurano un maggior consolidamento della parte superiore del suolo così da prevenire anche fenomeni di dissesto. In funzione dello scopo, della finalità e del luogo ha senso progettare sistemi forestali differenti."

Rete Clima promuove infatti la campagna nazionale di forestazione "Foresta Italia", nata con l'obiettivo di realizzare appropriati progetti forestali nazionali, così da renderli delle vere e proprie soluzioni basate sulla natura (Nature Based Solutions) capaci di migliorare la connessione ecologica e la vita dei cittadini, tutelando la biodiversità e insieme contrastando il riscaldamento climatico. I progetti di riforestazione sono realizzati in Italia insieme alle aziende, che diventano parte attiva del processo di piantumazione e monitoraggio. "La forestazione deve essere un processo partecipato. Grazie alla Campagna Foreste Italia, Rete Clima coinvolge direttamente i dipendenti delle aziende nella messa a dimora degli alberi in aree scelte, così che possano tornare a controllarne lo stato di salute."

Oltre alla creazione di nuove foreste è importante anche tutelare e gestire in maniera sostenibile le foreste già esistenti. Sempre dallo Studio sulla Biodiversità Forestale, emerge che circa la metà delle aziende intervistate ritiene che le foreste in Italia siano gestite "piuttosto male". Secondo il Rapporto Foreste 2023 di Legambiente, in Italia, circa il 18% delle foreste è soggetto a pianificazione e soltanto il 9% è certificato. "Una corretta gestione forestale vuol dire per esempio andare a tagliare gli alberi morti che sono rimasti in piedi e che vanno a competere con le altre piante per le varie risorse. Vuol dire fare un'operazione di pulizia del bosco, di rimozione carico d'incendio, di espianto di alberi che non avranno mai futuro. Queste operazioni possono diventare importanti per garantire delle foreste più sane." Lo studio mostra però una percezione disomogenea rispetto lo stato del patrimonio forestale nazionale: nonostante negli ultimi 30 anni la superficie forestale in Italia sia aumentata e arrivi a coprire circa il 40% della superficie nazionale, per circa la metà degli intervistati è diminuita, se non drasticamente diminuita.

"La survey nasce proprio dalla volontà di Rete Clima di capire la percezione delle aziende riguardo il ruolo delle foreste. A partire dai risultati che sono emersi possiamo fare due cose: promuovere cultura e fare concretamente delle azioni. È importantissimo oggi far crescere sensibilità e consapevolezza rispetto al tema ambientale e allo stesso tempo promuovere azioni che siano veramente efficaci e sostenibili." - conclude Paolo Viganò. Sempre sulla base dello studio di Rete Clima, gli intervistati richiedono maggiori campagne di informazione e comunicazione (26%), di iniziative che stimolino la partecipazione pubblica generale (24%) e di narrazioni non tendenziose e proattive (22%). È quindi fondamentale diffondere informazioni correte, soprattutto perché le foreste offrono una moltitudine di benefici e servizi ecosistemici all'uomo, il loro degrado può comportare un'immensa perdita dal punto di vista economico, sociale e soprattutto ecologico.


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