8 marzo 2024
ore 6:35
di Valeria Pagani
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 Per tutti

Ci vuole molta fantasia per immaginare un mondo senza cioccolato. Niente gustosi momenti di piacere, niente scatole di sfiziose praline da regalarsi a San Valentino, niente cioccolata calda nelle fredde giornate invernali, niente uova di Pasqua, niente Sacher, Ferrero Rocher, Lindor, Mars o Tobleroni... Eppure, per quanto sconfortante, un mondo senza cioccolato potrebbe essere realtà. La riproduzione delle fave di cacao -  l'ingrediente base per il cioccolato - dipende infatti dagli insetti impollinatori, tra cui le api, che negli ultimi anni stanno subendo un forte declino. Le api non forniscono all'uomo solo del buon miele, ma anche - e soprattutto - un "servizio" molto più importante: l'impollinazione. Volando di fiore in fiore alla ricerca di nettare, questi piccoli insetti impregnano le zampe del polline contenuto negli stami e lo trasportano in giro andando a fecondare gli altri fiori su cui si posano. Questa azione silenziosa è quella che permette a moltissime specie vegetali di continuare a vivere e riprodursi. Sulla base degli studi condotti dalla FAO, gli insetti impollinatori impollinano oltre il 75% delle colture globali, un servizio valutato fino a 577 miliardi di dollari all'anno. Senza la loro azione ci si potrebbe trovare davanti a una situazione di insicurezza alimentare: le rese agricole diminuirebbero con una perdita economica per gli agricoltori e una possibile impennata dei prezzi di molti prodotti alimentari. E proprio tra le colture completamente dipendenti dagli impollinatori si trovano le fave di cacao (ma anche specie vegetali come i noci brasiliani, gli albicocchi, i kiwi, i meloni e altre ancora). 

Il problema risiede nel fatto che molti degli insetti impollinatori sono oggi di fronte a un drastico declino. La loro scomparsa è dovuta a diverse minacce, tra cui, la principale, la perdita degli habitat. L'espansione delle zone agricole, degli insediamenti, delle infrastrutture sta infatti riducendo le aree in cui i piccoli animali possono vivere, costringendoli a percorrere sempre più chilometri in volo prima di poter trovare spazi verdi in cui nutrirsi e riprodursi. Anche l'uso di pesticidi e altri fitofarmaci è molto dannoso e spesso letale per moltissimi insetti, che muoiono a causa della tossicità di questi prodotti. Ci sono poi i cambiamenti climatici: gli impollinatori sono particolarmente vulnerabili a periodi di siccità intensa, un fenomeno che sarà sempre più frequente in molte aree del pianeta. Come detto, la loro presenza all'interno degli ecosistemi è indispensabile per la sicurezza alimentare del pianeta e, di fronte al loro declino, tutti noi possiamo fare qualcosa.

"Le api, come tuti gli altri impollinatori, hanno bisogno di spazi verdi e diversificati, a distanze ravvicinate, in cui possano trovare cibo e un luogo per nidificare." - spiega a 3BMeteo Marta Galloni, professoressa di Botanica all'università di Bologna e coordinatrice del progetto Life 4 Pollinators. "È necessario aumentare l'eterogeneità dei paesaggi attraverso la creazione di una rete di aree naturali e semi-naturali, così da ricreare habitat adatti per gli impollinatori anche in contesti dove sarebbero più sfavoriti, come i centri urbani. Nelle città tutti possono contribuire a creare questi corridoi ecologici, ad esempio creando delle piccole superfici verdi, mettendo diverse varietà di piante da fiore sulle terrazze e sui balconi o gestendo il verde senza l'uso di insetticidi." Ma attenzione, è importante che le piante siano diversificate e che fioriscano in diversi periodi dell'anno. Non tutti gli impollinatori, infatti, sono fatti per tutte le piante e non tutte le piante possono fare da nutrimento a tutti gli impollinatori. "E' auspicabile piantare preferibilmente piante autoctone, che fioriscano in periodi diversi dell'anno. Lasciare delle disponibilità di acqua, soprattutto nei periodi di siccità. Per quel che riguarda il vede pubblico, è meglio programmare sfalci sfasati nel tempo, così da lasciare spazi di incolto." - continua Marta Galloni - "È importante capire che il disordine o l'erba alta non sono segno di incuria, ma sono frutto di una scelta specifica per favorire la diversità. Per spiegare questo devono essere fatte delle azioni di comunicazione ai cittadini. Organizzare eventi, posizionare cartellonistica informativa, coinvolgere le comunità in progetti di Citizen science sono tutti modi per aumentare la consapevolezza e quindi ottenere comportamenti virtuosi nei confronti dell'ambiente e delle specie che lo abitano.

"Per capire quali piante coltivare, i curatori del progetto Life 4 Pollinator, tra cui la professoressa Galloni, hanno redatto delle guide per riconoscere le principali piante entomofile, cioè quelle piante da cui gli impollinatori sono attratti e la cui impollinazione avviene proprio grazie alla loro presenza. E non mancano altri progetti di sensibilizzazione sul territorio italiano. Il progetto Beewatching, per esempio, vuole informare sulla grandissima varietà di api presenti in Italia (ce ne sono più di mille!), coinvolgendo direttamente la popolazione. Fotografando i piccoli insetti apoidei che si vedono in giro, si può infatti diventare un Beewatcher e dare il proprio contributo alla ricerca scientifica. La finalità è quella di creare una mappa della varietà di specie di api presenti in Italia. Ci sono poi i Comuni amici delle api che contribuiscono localmente alla salvaguardia di questi insetti e dell'apicoltura. Alcuni comuni hanno per esempio messo a disposizione spazi per le attività associative degli apicoltori, mentre altri promuovono l'organizzazione di fiere del miele. C'è poi chi ha sperimentato un apiario di comunità, chi ha messo in essere giardini delle api, campi delle api o strade delle api, c'è chi organizza conferenze scientifiche per approfondire il tema tra apicoltura e biodiversità. Le iniziative per tutelare gli impollinatori non mancano. Ora bisogna solo munirsi di vasi e terriccio e passare all'azione.


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