6 aprile 2023
ore 12:52
di Carlo Migliore
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 Per tutti

Il termine organico applicato a delle celle solari potrebbe far pensare a qualcosa di biologicamente "vivo" ma in realtà non è cosi, si può parlare di organico anche quando la chimica del funzionamento di un dispositivo è basata sul Carbonio ed è proprio questo il caso. Sono dei panelli fotovoltaici la cui parte attiva è costituita da uno strato di composti organici del Carbonio e sono semi trasparenti. Senza entrare troppo nel dettaglio hanno il vantaggio di essere flessibili e leggeri con la possibilità di essere depositati su larghe aree a costi ridotti. Ma ci sono anche degli svantaggi o almeno c'erano fino a ieri, il rendimento in termini energetici, è più basso di quello delle celle tradizionali e la stabilità ovvero la durata, più ridotta. 

Ma uno studio appena pubblicato su Nature promette di aver trovato un modo per ovviare al difetto "congenito" di queste celle. L'aggiunta di una sostanza chimica nello strato polimerico della cella, chiamata L-Glutatione ne limita la degradazione e quindi la cella dura molto di più aumentandone l'efficienza fino all'80%. Non solo, lo strato di L-Glutatione blocca i raggi ultravioletti e infrarossi, che possono danneggiare le piante e causare il surriscaldamento e quindi questi pannelli possono essere utilizzati per coprire le serre di tutto il mondo

Dai primi test fatti sembra persino che le serre equipaggiate con questi nuovi "tetti" favoriscano una crescita migliore delle piante. Ulteriori ricerche e analisi, hanno infatti dimostrato che le piante non hanno bisogno di tanta luce, anzi, troppa esposizione al sole può fare più male che bene, specialmente in climi come quello della California, dove la luce è forte. Dunque, grazie alle celle solari organiche, le piante possono crescere meglio e più in salute rispetto all'eccesso di luce solare. Una scoperta sorprendente che potrebbe cambiare il modo in cui vengono coltivate le piante in futuro.


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