26 gennaio 2024
ore 8:27
di Carlo Migliore
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2 minuti, 41 secondi
 Per tutti

Perchè un'auto si muova serve energia. Normalmente la propulsione è ottenuta nei motori a scoppio con l'esplosione del combustibile fossile (che produce Co2) e in quelli elettrici da motori magnetici attivati da batterie ad alta efficienza. Recuperare una parte di energia dalla propulsione è già possibile, basti pensare all'alternatore, un rotore a induzione elettromagnetica sistemato all'interno del vano motore del veicolo stesso, che converte il movimento dell'automobile in energia elettrica per ricaricare ad esempio le batterie, sia quelle dei motori elettrici che quelle dei motori a scoppio. Però, per questioni termodinamiche che non è il caso di approfondire ma che alcuni di voi certamente conosceranno, l'energia recuperabile è solo una piccolissima frazione di quella originaria, il resto  viene tutto trasformato in calore

Gli sforzi tecnologici sono quindi tutti rivolti a migliorare l'efficienza di questi motori, ma parallelamente alla tecnologica che si occupa di questo, ce n'è un'altra che sta cercando di capire come utilizzare il movimento delle auto dall'esterno, quindi fuori dall'auto, per ricavare un po' di corrente "gratis". Sono già alcuni anni, poco più di una decina, che si stanno sperimentando dei sistemi a pedana le quali, posti sulle carreggiate, riescono a ottenere corrente dal passaggio dei veicoli, sfruttandole essenzialmente il peso. Di recente l'implementazione di questa tecnologia i cui segreti non sono ancora stati del tutto rivelati, ha ideato un sistema innovativo che promette di recuperare dal passaggio delle auto, energia elettrica sufficiente per alimentare un'intera stazione di servizio autostradale.

Il sistema si chiama "Lybra", non a caso, ed è stato ideato all'interno del progetto KEHV di Movyon e 20energyed. Lybra è costituito da pannelli piatti in gomma, sistemati a filo con il manto stradale della lunghezza di 3.5m e della larghezza di 3m. Quanto l'auto passa su questi pannelli comprime una serie di pistoni al di sotto della copertura che attivano un processo di produzione di energia elettrica. Affinché il sistema funzioni a dovere è necessario che l'automobile scorra  sulla pedana con una velocità ridotta. Per questo motivo l'installazione di queste pedane può essere fatta solo dove le auto vanno piano, in prossimità di un incrocio ad esempio, prima o lungo una rotonda, all'ingresso delle stazioni di servizio in autostrada ecc. La sperimentazione è già partita sulla A1 nell'area di servizio di Arno Est e proseguirà nei prossimi mesi con l'installazione di questi pannelli anche lungo le corsie di decelerazione prima dei pedaggi autostradali. 

Ora parliamo un po' di numeri, secondo le prime stime, grazie al passaggio medio giornaliero di 9mila veicoli, con un unico modulo sarà possibile produrre 30 Megawattora all'anno pari al consumo annuo di elettricità di un condominio composto da 10 famiglie e a una non trascurabile riduzione di 11 tonnellate di CO2. In una barriera autostradale come Firenze Ovest, a esempio, il consumo di elettricità è pari a circa 60 MWh/anno. Con la sola installazione di due impianti sarà possibile azzerare completamente il fabbisogno energetico della stazione. Immaginate che cosa si potrebbe fare con centinaia di questi impianti!!! 


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