14 febbraio 2024
ore 7:45
di Carlo Migliore
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 Per tutti

La plastica è ormai onnipresente nella nostra vita quotidiana. L'esistenza di microplastiche (da 1 µm a 5 mm di lunghezza) e forse anche di nanoplastiche (preoccupazioni per la salute. In particolare, si ritiene che le nanoplastiche siano più tossiche poiché le loro dimensioni ridotte le rendono molto più suscettibili, rispetto alle microplastiche, di entrare nel corpo umano e sappiamo che possono trovarsi ovunque nell'organismo, persino nel cuore. Un recente studio pubblicato sulle Proceedings of the National Academy of Sciences ha aperto una nuova finestra sulla presenza inquietante di nanoplastiche anche nell'acqua in bottiglia. Proprio quella che molti di noi scelgono di bere al posto di quella del rubinetto, pensando che sia più sicura. 

Utilizzando tecniche avanzate come la microscopia Raman stimolata, i ricercatori hanno rivelato che ogni litro di acqua in bottiglia può contenere fino a 300.000 particelle di plastica, molti ordini di grandezza superiore a quanto precedentemente ritenuto. Si ritiene che la maggior parte di queste particelle provenga dai filtri utilizzati per purificare l'acqua e dalle stesse bottiglie in PET. Non è ancora chiaro l'impatto che queste microplastiche possano avere sulla salute ma sarà doveroso da parte della comunità scientifica analizzarne tutti gli aspetti

Ogni anno nel mondo la produzione di plastica si avvicina ai 400 milioni di tonnellate, la questione è dunque di prioritaria importanza. L'unica soluzione possibile è ridurre la dipendenza dalla plastica e migliorare i sistemi di filtraggio e riciclo dell'acqua che la utilizzano.


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