24 novembre 2023
ore 10:30
di Giorgio Kaldor
tempo di lettura
2 minuti, 55 secondi
 Per tutti

Secondo gli ultimi dati di Eurocontrol, l'agenzia europea di controllo del traffico aereo, nel luglio 2023 il numero totale di collegamenti nei cieli europei ha superato il milione. Numeri che non si vedevano dal periodo precedente alla pandemia. È stata la stessa Associazione internazionale del trasporto aereo a sottolineare la ripresa: a livello globale si prevede che i passeggeri raggiungeranno i 4,35 miliardi entro la fine del 2023.

Tuttavia, insieme ai passeggeri, torneranno a spiccare il volo anche le emissioni climalteranti. Basti pensare che con la ripresa della domanda di viaggi internazionali dopo la pandemia di Covid-19, secondo le stime dell'Agenzia internazionale dell'Energia, solo nel 2022 le emissioni del trasporto aereo hanno raggiunto quasi 800 Mt di CO2: circa l'80% del livello precedente al 2019 e comunque circa il 2% delle emissioni globali di CO2 legate all'energia.

Gli aerei bruciano combustibili fossili che non solo rilasciano emissioni di CO2, ma hanno anche forti effetti riscaldanti dovuti agli ossidi di azoto (NOx), alle scie di vapore e alla formazione di nuvole innescate dall'altitudine a cui operano gli aerei.

Come ricorda Transport&Environment le emissioni del trasporto aereo stanno crescendo più rapidamente di qualsiasi altra modalità di trasporto. "Le emissioni di CO2 dei soli voli in Europa sono aumentate del 28% dal 2013, mentre altri settori hanno ridotto il loro impatto. Di conseguenza, le emissioni di tutti i voli in partenza da un aeroporto dell'UE sono passate dall'1,4% delle emissioni totali dell'UE nel 1990 al 3,7% di oggi. Se non mitigate, si prevede che le emissioni del trasporto aereo raddoppieranno o triplicheranno entro il 2050,consumando così fino a un quarto del bilancio globale del carbonio in uno scenario di 1,5 gradi"

Tuttavia, le emissioni atmosferiche sono solo una delle fonti di inquinamento causate dagli aeromobili. A queste bisogna aggiungere le emissioni sonore. Gli aerei producono rumore durante le normali operazioni di volo; in particolare durante decollo, avvicinamento all'aeroporto e atterraggio, poiché durante queste fasi i motori dell'aereo sono spinti al massimo della loro potenza per generare la spinta necessaria a sollevare l'aereo o rallentarlo.

Secondo il Rapporto ambientale sull'aviazione europea 2022, pubblicato dalla European Union Aviation Safety Agency, nei 98 principali aeroporti europei nel 2019, 3,2 milioni di persone sono state esposte ad un livello giorno-sera-notte di rumore generato dagli aeromobili pari a 55 dB e 1,3 milioni di persone sono state esposte a più di 50 eventi rumorosi giornalieri causati dagli aeromobili superiori a 70 dB. Si tratta, rispettivamente, di un aumento del 30% e del 71% rispetto al 2005.

Oltre ad emissioni in atmosfera ed emissioni sonore, ci sono altre fonti di inquinamento attribuibili all'aviazione e, in particolare, riconducibili al ciclo di vita dell'aeromobile e alla gestione delle operazioni aeroportuali. Rischi che vanno opportunamente gestiti.

È sufficiente pensare ai fluidi utilizzati all'interno degli aeromobili, come glioli lubrificanti, oppure alle batterie, che possono comportare potenziali impatti ambientali negativi se non vengono raccolti e smaltiti correttamente. A questi si possono aggiungere gli scarichi delle acque reflue e altri tipi di rifiuto (sanitari, rifiuti solidi assimilabili a quelli urbani) prodotti durante il volo. È importante, infine, la gestione degli impatti ambientali derivanti dai residui presenti sulla pavimentazione delle piste. Attività comelo sgombero della neve, il trattamento antighiaccio, la verniciatura della segnaletica possono essere potenzialmente pericolose per le aree circostanti e vanno adeguatamente monitorate.


Segui @3BMeteo su Twitter


Articoli correlati